L'apertura di un nuovo centro di boxe a Milano è stata compromessa a causa della mancanza di autorizzazioni ufficiali.

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Il Centro nazionale di pugilato, recentemente inaugurato in via Achille Papa a Milano, ha affrontato fin da subito alcune difficoltà legate a questioni burocratiche. Nonostante l’entusiasmo per l’apertura, un’importante autorizzazione da parte del Tiro a segno nazionale è risultata mancante, sollevando preoccupazioni per il futuro della struttura, fondamentale per i giovani pugili della zona.
Questa nuova struttura è stata progettata per diventare un punto di riferimento per il pugilato in Lombardia, regione che non disponeva di un’installazione simile. La sua importanza risiede nella capacità di attrarre e formare talenti emergenti nel mondo della boxe, un’opportunità preziosa per molti giovani che desiderano intraprendere questa disciplina.
Il contesto burocratico
Il Centro federale è stato allestito all’interno di uno spazio del Tiro a segno nazionale di Milano, una location che, tuttavia, appartiene al demenio militare. Questo significa che l’area è utilizzata gratuitamente dalla sezione di tiro per attività istituzionali. Tuttavia, il Genio militare ha rilevato che non era stata presentata alcuna richiesta di autorizzazione per l’utilizzo di questi spazi per il pugilato, creando così un potenziale conflitto.
Il 3° Reparto Infrastrutture del Genio militare ha quindi emesso una diffida nei confronti del Tiro a segno, indicando che l’assenza di autorizzazioni formali impedisce l’assegnazione di spazi per attività non consentite. Questo ha portato la federazione di pugilato a dover considerare l’individuazione di una nuova sede, mentre il centro continua le sue operazioni nonostante le incertezze.
Le ripercussioni sulla federazione di pugilato
La situazione ha generato sconcerto tra gli appassionati di entrambe le discipline, poiché il doppio ruolo di Walter De Giusti, segretario generale della federazione pugilistica italiana e commissario straordinario dell’Uits, sembrava promettere una sinergia tra il tiro a segno e il pugilato. L’inaugurazione del centro, avvenuta alla presenza dello stesso De Giusti, è stata vista come una grande opportunità per entrambe le federazioni, ma ora si trova a dover affrontare questa imprevista problematica.
Possibili soluzioni e futuri sviluppi
In risposta alle difficoltà emerse, è fondamentale che il commissario straordinario si concentri sulla risoluzione di queste problematiche, piuttosto che avviare nuovi conflitti con il Genio militare. È essenziale che la federazione trovi una soluzione rapida per garantire la continuità delle attività del centro e per evitare un’interruzione che potrebbe compromettere il percorso di tanti giovani atleti.
Inoltre, è importante notare che anche il Tiro a segno nazionale di Milano è attualmente sotto commissariamento. Le decisioni riguardanti l’utilizzo degli spazi sociali, specialmente per finalità diverse da quelle istituzionali, dovrebbero essere prese dal consiglio direttivo regolare, una volta che le elezioni saranno finalmente svolte.
Cooperazione tra le federazioni
Nonostante le complicazioni burocratiche, la cooperazione tra l’Unione Italiana Tiro a Segno e la Federazione Italiana Pugilistica è un passo importante, finalizzato a garantire la preparazione olimpica e la ricerca di talento. Questa collaborazione mira a unire le competenze delle due discipline, promuovendo valori come la concentrazione e la gestione emotiva dell’atleta. Tuttavia, per realizzare questi obiettivi, è imperativo risolvere le questioni amministrative in sospeso.





