Il Centro Nazionale di Pugilato di Milano, recentemente inaugurato, sta affrontando una problematica burocratica che potrebbe mettere a rischio la sua operatività.

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Il 17 novembre ha segnato un momento storico per la boxe in Lombardia con l’inaugurazione del Centro Nazionale di Pugilato a Milano. A pochi giorni dall’apertura, una controversia legata a un’autorizzazione mancante ha rischiato di compromettere questo importante progetto, concepito per promuovere la disciplina tra i giovani talenti della regione.
Un centro strategico per la boxe in Lombardia
Questo nuovo impianto sportivo, situato in via Achille Papa, rappresenta un punto di riferimento unico nel panorama pugilistico lombardo. Ospiterà le Squadre Azzurre per la preparazione agli eventi internazionali e sarà il fulcro per allenamenti, sparring e corsi di formazione per giovani atleti. L’importanza di un simile centro è rilevante, soprattutto considerando l’assenza di strutture analoghe nella regione.
Il messaggio del presidente della federazione
Il presidente della Federazione Pugilistica Italiana, Flavio D’Ambrosi, ha sottolineato l’importanza di questo centro, evidenziando come, per la prima volta nella storia, un Centro Federale sia stato istituito in Lombardia. Durante la sua dichiarazione, D’Ambrosi ha assicurato che il centro si trasformerà in un luogo di formazione e scoperta per i giovani pugili, contribuendo così a far emergere nuovi talenti dal territorio.
Problemi burocratici inaspettati
La gioia per l’apertura è stata oscurata da una questione burocratica che ha sollevato dubbi sulla legittimità della sede del centro. Il centro è stato allestito in uno spazio appartenente al demanio militare, utilizzato dal Tiro a Segno Nazionale di Milano. Secondo il Genio militare, non era stata presentata alcuna richiesta di autorizzazione formale per l’uso di questo spazio.
Le conseguenze della diffida
Il 3° Reparto Infrastrutture del Genio militare ha emesso una diffida nei confronti del Tiro a Segno Nazionale di Milano. La mancanza di autorizzazione impedisce l’esecuzione di attività diverse da quelle per cui l’area è stata originariamente destinata. Questa situazione ha generato incertezze per il futuro del centro pugilato, costringendo la federazione a considerare un possibile trasferimento.
Un futuro incerto ma promettente
Nonostante le difficoltà, il Centro Nazionale di Pugilato non ha interrotto le sue attività e prevede di continuare a lavorare con i pugili in preparazione per i prossimi eventi. La federazione è attualmente impegnata a trovare una soluzione che possa garantire la continuità operativa del centro. Nel contempo, allenatori e responsabili delle nazionali monitorano attentamente la situazione.
Il primo collegiale di pugilato è previsto per il mese di dicembre. Si auspica che, nel frattempo, vengano risolte le problematiche burocratiche. I giovani pugili lombardi e delle regioni limitrofe potranno continuare a beneficiare di un ambiente di alta qualità per il loro allenamento e sviluppo sportivo.
Nonostante il nuovo centro debba affrontare un ostacolo significativo, la determinazione della federazione e l’interesse per la boxe nella regione possono favorire sviluppi positivi. Resta da vedere come si evolverà la situazione, ma l’ottimismo è fondamentale per chi crede nel potenziale di questo sport.





