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Milano si Mobilita contro la Violenza di Genere: Un Appello alla Fine delle Discriminazioni

Una straordinaria manifestazione a Milano per porre fine alla violenza di genere e promuovere un cambiamento culturale profondo.

Il 25 novembre rappresenta un’importante opportunità per riflettere e agire contro la violenza di genere. A Milano, questa giornata è stata segnata da un imponente corteo organizzato dal movimento Non Una di Meno, che ha visto la partecipazione di oltre 10.000 persone. La mobilitazione ha evidenziato un clima di determinazione e solidarietà, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su una problematica che affligge la società contemporanea.

Il corteo e le sue significative celebrazioni

La marcia è iniziata alle 18:30 da piazza Oberdan, percorrendo un tragitto di 4,1 chilometri che ha attraversato le principali vie di Milano. Durante il percorso, le partecipanti hanno intonato canzoni simboliche, tra cui “La voglia, la pazzia” di Ornella Vanoni, in omaggio all’artista recentemente scomparsa. Prima dell’avvio della manifestazione, sono stati letti i nomi delle donne vittime di femminicidio e delle persone uccise in casi di transicidio nell’ultimo anno, creando un momento di forte impatto emotivo.

Le rivendicazioni delle attiviste

Durante il corteo, le attiviste hanno evidenziato come la violenza di genere non rappresenti solo un problema individuale, ma una questione che permea anche le istituzioni e i tribunali. Una portavoce ha sottolineato che la necessità di educazione al consenso deve partire dalle scuole, piuttosto che dalle aule di giustizia. “Il consenso deve essere appreso, non imposto”, ha affermato, evidenziando l’importanza di programmi di educazione affettiva nel sistema scolastico.

Critiche alle politiche attuali

Le manifestanti hanno espresso una forte critica nei confronti del governo attuale, in particolare riguardo alle politiche che, sebbene introducano il reato di femminicidio, non affrontano le cause culturali alla base della violenza. “Non basta una legge per fermare la violenza, è necessario un cambiamento profondo”, hanno dichiarato, richiamando l’attenzione sull’importanza di un intervento preventivo che inizi sin dall’infanzia con l’insegnamento del rispetto e della parità.

Proteste simboliche lungo il percorso

Durante il cammino, diverse azioni simboliche hanno attirato l’attenzione dei passanti. Sulle impalcature dello Scalo di Porta Romana sono stati affissi manifesti con la scritta: “Casa per tutt*, violenza per nessun*”, sottolineando l’impegno per una città inclusiva e sicura. Inoltre, alcune manifestanti hanno temporaneamente occupato il cantiere del futuro Villaggio olimpico, rinominandolo “Occupiadi”, per contestare le scelte urbanistiche che trascurano le necessità sociali della comunità.

Un momento di luce per i centri antiviolenza

Un altro momento significativo si è svolto in via Piacenza, dove le partecipanti hanno acceso le torce dei loro cellulari in segno di sostegno ai centri antiviolenza Cadmi e Cerchi d’acqua. Questi centri, definiti come luoghi politici, svolgono un ruolo cruciale nel supporto alle vittime di violenza. Tuttavia, si trovano spesso a fronteggiare finanziamenti inadeguati e instabili. Un’operatrice ha dichiarato: “Chiediamo un riconoscimento per il nostro lavoro e che la lotta contro la violenza di genere diventi una vera priorità politica”.

La manifestazione di Milano e le richieste per il futuro

La manifestazione di Milano ha evidenziato la necessità di un cambio culturale e di politiche più efficaci per affrontare la violenza di genere. Le attiviste richiedono un maggiore sostegno ai centri antiviolenza e una concreta educazione al rispetto nelle scuole, con l’obiettivo di creare una società più giusta e sicura per tutte le donne. La lotta continua e il messaggio è chiaro: non ci fermeremo finché ogni donna potrà sentirsi al sicuro.

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