Le manifestazioni contro la presenza israeliana nel mondo dello sport si intensificano a Milano in occasione della partita tra l'Olimpia Milano e l'Hapoel.

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Il 20 novembre la città di Milano è diventata un palcoscenico di proteste e manifestazioni in occasione della partita di basket tra l’EA7 Olimpia Milano e l’Hapoel Tel Aviv. Negli ultimi mesi, il dibattito intorno al sportwashing – ovvero l’uso dello sport per migliorare l’immagine di un paese – ha acquisito sempre maggiore rilevanza, con richieste di esclusione delle squadre israeliane dalle competizioni europee.
Le manifestazioni all’esterno del Forum
All’esterno del Forum di Assago, un centinaio di manifestanti si è radunato per esprimere la propria opposizione alla presenza della squadra israeliana. Sventolando bandiere e striscioni, i manifestanti hanno chiesto di “mostrare il cartellino rosso a Israele”, sottolineando le atrocità perpetrate a Gaza, dove oltre 800 atleti hanno perso la vita.
Le richieste degli attivisti
Le voci dei manifestanti si sono unite in un coro di condanna, sottolineando che Israele utilizza lo sport per “ripulire” la propria immagine. Alcuni gruppi di attivisti, tra cui il collettivo Kasciavit, hanno esortato a boicottare eventi sportivi a cui partecipano squadre israeliane, affermando che si tratta di una manovra per distogliere l’attenzione da un grave conflitto.
Il clima di tensione dentro e fuori dal palazzetto
All’interno del forum, le proteste hanno suscitato una risposta immediata da parte delle forze dell’ordine, che hanno rimosso striscioni e bandiere di solidarietà al popolo palestinese. Un episodio emblematico ha coinvolto Luca Paladini, consigliere regionale, che ha tentato di esporre una bandiera palestinese. Dopo averla mostrata, è stato identificato dalla polizia e costretto a riporla.
Le reazioni dei tifosi organizzati
I tifosi milanesi, noti come i Milano Brothers, hanno avviato una mobilitazione per protestare durante la partita. Hanno invitato tutti a sventolare un panno bianco come simbolo di solidarietà, sottolineando che “lo sport non è solo un gioco” e che il genocidio in Palestina continua, richiedendo attenzione e giustizia.
Verso il futuro: le prossime sfide per il basket europeo
La serata del 20 novembre a Milano ha rappresentato un preludio a quanto potrebbe accadere la sera successiva a Bologna, dove la Virtus è attesa per affrontare il Maccabi Tel Aviv. Le tensioni in città sono palpabili e gli attivisti si preparano a contestare nuovamente, chiedendo che il genocidio non venga normalizzato attraverso eventi sportivi.
Una questione europea
Le richieste di esclusione delle squadre israeliane dalle competizioni europee si estendono oltre i confini italiani, coinvolgendo diverse nazioni del continente. Recentemente, l’Euroleague ha annunciato che le squadre israeliane potranno riprendere a giocare nelle proprie città, evidenziando un contrasto significativo con le istanze sollevate dai manifestanti. Le prossime partite di Milano e Bologna rappresenteranno dunque un importante banco di prova per il movimento contro il sportwashing.




