Il caso dell'omicidio di Sharon Verzeni si complica ulteriormente con l'emergere di nuove testimonianze e sorprendenti ritrattazioni.

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Il processo per l’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, ha preso una piega inaspettata con le ultime dichiarazioni dell’imputato, Moussa Sangare. In aula, Sangare ha affermato di essere innocente, sostenendo di essere solo un testimone della tragica serata che ha portato alla morte della giovane.
La vicenda ha scosso profondamente la comunità bergamasca e ha visto un susseguirsi di eventi drammatici, a partire dall’arresto di Sangare. L’arresto è avvenuto circa un mese dopo il delitto, quando egli confessò alle autorità di essere l’autore dell’omicidio. Tuttavia, la sua recente ritrattazione ha gettato un’ombra di dubbio sulla sua iniziale confessione.
Le dichiarazioni in aula
Durante il processo, il fidanzato di Sharon, Sergio Ruocco, ha preso la parola per raccontare il suo personale dramma. Ruocco, oggi 39enne, ha descritto il momento in cui apprese della morte della sua compagna: “Non mi hanno detto subito che Sharon era morta; speravo che fosse ancora viva”. La notizia della tragedia gli è stata comunicata solo il giorno successivo, lasciandolo in uno stato di shock e confusione.
Il dolore di una perdita incolmabile
Ruocco ha raccontato di non aver trovato il coraggio di tornare nella sua casa fino a metà luglio. “Volevamo sposarci e avere dei figli. Se avessimo fatto il passo prima, forse Sharon non sarebbe uscita quella sera”. Le sue parole esprimono un profondo senso di colpa e rimpianto per non aver trascorso più tempo con lei.
I genitori di Sharon, Bruno e Teresa Verzeni, hanno assistito al processo, condividendo il loro dolore e la loro nostalgia per la figlia. “Manca moltissimo: c’è un vuoto incolmabile”, ha dichiarato la madre, mentre il padre ha sottolineato come la famiglia abbia sempre avuto fiducia in Ruocco, nonostante inizialmente fosse stato considerato un sospettato. “Abbiamo accolto Sergio in casa nostra e l’abbiamo sostenuto in ogni momento”, ha aggiunto Bruno Verzeni.
Riflessioni sul processo e sull’imputato
Il comportamento di Sangare in aula ha suscitato molte polemiche. Dopo aver avuto l’opportunità di chiedere scusa ai familiari, ha scelto di mantenere la sua posizione di innocenza. “Questo ci rattrista molto, perché sembra non avere alcun rimorso per quello che ha fatto”, ha commentato Bruno Verzeni all’uscita dal tribunale. “Vogliamo solo giustizia per Sharon”.
Il ricordo di Sharon
Sharon era descritta da tutti come una persona solare e piena di vita. “Non vedeva mai il male; per lei tutto era bello e romantico”, ha affermato la madre, sottolineando il grande vuoto lasciato dalla sua scomparsa. “Le avevo preso un anello per il matrimonio, avrei voluto regalarlo durante una vacanza in Grecia”, ha rivelato Ruocco, mostrando il profondo amore che li univa.
La famiglia di Sharon, unita nel dolore, continua a cercare giustizia e risposte a una tragedia che ha stravolto le loro vite. Ogni testimonianza, ogni parola pronunciata in aula, è un passo verso la verità e la speranza di trovare pace dopo un evento così devastante. La lotta per la memoria di Sharon non si fermerà fino a quando non sarà fatta giustizia.





