Un viaggio attraverso dieci anni di cultura, filosofia e innovazione: l'associazione Mechrí si prepara a festeggiare un traguardo significativo.

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Quando si parla di cultura e innovazione, spesso ci si aspetta un approccio tradizionale, ma la realtà è ben diversa. Diciamoci la verità: Mechrí, l’associazione culturale milanese, sta per festeggiare dieci anni di attività con un evento che non è solo una celebrazione, ma un vero e proprio manifesto di come la cultura possa rispondere ai cambiamenti del nostro tempo. Il 28 settembre, presso il Teatro La Cucina di Olinda, si terrà una cerimonia di inaugurazione del nuovo anno sociale, incentrata sul tema “Geografie: Scritture della Terra”. A prima vista, potrebbe sembrare un titolo astruso, ma sotto la superficie si cela un’indagine affascinante sulle tracce che lasciamo nel nostro territorio.
I festeggiamenti: un bilancio di dieci anni
Mechrí, dal 2015 ad oggi, ha saputo costruire un percorso che mescola filosofia, arte e scienza, creando un laboratorio culturale che ha attratto oltre 500 professionisti e collaboratori. Per gli scettici che pensano che le associazioni culturali siano solo un’accozzaglia di eventi noiosi, vi dico che il re è nudo: qui si parla di innovazione e di formazione continua. La cerimonia di apertura alle 15 sarà un momento cruciale, non solo per il lancio di una rivista, ma anche per la presentazione di un archivio digitale che testimonia un decennio di attività. E, diciamocelo, chi non ama un buon rinfresco per concludere la giornata?
Il pomeriggio sarà caratterizzato da eventi che uniscono letteratura e musica, come il reading “Risonanze”, dove verranno letti testi originali nati all’interno dell’associazione. Non dimentichiamo la performance “Legature”, che promette di mescolare suoni antichi e video contemporanei. Qui non si tratta solo di festeggiare, ma di riflettere sulla direzione che stiamo prendendo come comunità culturale.
Geografie e scritture: un tema per il futuro
Il nuovo anno sociale di Mechrí non si limita a festeggiare un anniversario: si propone di esplorare come le pratiche umane influenzino il territorio, un tema cruciale in un’epoca di cambiamenti climatici e sociali. La presidente Florinda Cambria ha messo in evidenza l’intenzione di capire come le nostre aspirazioni lascino tracce nel mondo, quasi come se fossimo tutti cartografi delle nostre vite. So che non è popolare dirlo, ma questa è una questione che riguarda tutti noi, non solo i partecipanti ai seminari.
I seminari permanenti, tra cui quello di Filosofia curato da Carlo Sini e quello delle Arti dinamiche, saranno un’opportunità per approfondire tematiche che vanno oltre la superficie. Non si tratta solo di discutere, ma di costruire un dialogo continuo con esperti del settore, come il geografo Franco Farinelli, che porterà una ventata di freschezza al dibattito contemporaneo.
Un’associazione per il futuro: sfide e opportunità
Mechrí ha dimostrato di saper adattarsi ai tempi che cambiano, mantenendo un equilibrio tra partecipazione fisica e digitale. Questo è un aspetto fondamentale in un mondo dove la pandemia ha cambiato il modo di interagire. La scelta di offrire seminari in modalità mista, con un limite di partecipanti in presenza e la possibilità di collegamento streaming, è un passo intelligente che riflette le esigenze contemporanee. La realtà è meno politically correct di quanto si possa pensare: le associazioni culturali devono evolversi o rischiano di diventare obsolete.
In un panorama culturale milanese che spesso sembra stagnante, Mechrí emerge come una realtà dinamica e viva, capace di attrarre giovani e professionisti con un’offerta formativa che non teme di affrontare le sfide del presente. Un invito al pensiero critico è ciò che ci serve in questi tempi incerti: perché non cogliere l’occasione di partecipare a questo viaggio culturale?