Dopo le proteste, i lavoratori della Bindi ricevono i pagamenti dovuti

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Il contesto delle proteste
La recente mobilitazione dei lavoratori dell’azienda Bindi di San Giuliano Milanese ha messo in luce gravi irregolarità nella gestione dei fondi salariali. I dipendenti, supportati dalla Filt Cgil Milano e Lombardia, hanno denunciato che l’azienda tratteneva le rate delle cessioni del quinto dello stipendio senza versarle ai creditori. Questa condotta ha messo a rischio la stabilità finanziaria di molte famiglie, creando un clima di tensione e incertezza tra i lavoratori.
Le irregolarità denunciate
Oltre alla questione delle cessioni del quinto, i sindacati hanno evidenziato un’altra grave irregolarità: le quote destinate ai fondi pensionistici integrativi venivano trattenute dai salari dei lavoratori, ma non versate ai rispettivi fondi. Questo comportamento ha privato i dipendenti di un diritto fondamentale, compromettendo la loro sicurezza previdenziale. La situazione ha spinto i lavoratori a scendere in piazza, chiedendo giustizia e trasparenza.
La risposta dell’azienda e il risultato delle proteste
La mobilitazione ha avuto successo. Dopo le proteste di lunedì 3 marzo, l’azienda ha finalmente inviato al sindacato le distinte di pagamento relative a quanto impropriamente trattenuto. La Filt Cgil ha dichiarato che l’azione di protesta ha portato a una soluzione concreta, evidenziando l’importanza della mobilitazione collettiva per ottenere diritti e giustizia. I sindacati hanno promesso di rimanere vigili sulla correttezza e sulla legalità, continuando a tutelare i diritti dei lavoratori.