Un caso di omicidio che ha scosso Milano, tra infermità mentale e tragedie familiari.
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Un omicidio che ha scosso Milano
Nel cuore di Milano, una tragedia familiare ha portato alla luce una serie di eventi inquietanti che hanno coinvolto un giovane e sua madre. Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, 37 anni, è stato accusato dell’omicidio della madre, Fiorenza Rancilio, avvenuto nel 2023. La donna, figlia del noto costruttore Gervaso Rancilio, è stata trovata morta nella loro abitazione, con segni evidenti di violenza. Questo caso ha sollevato interrogativi non solo sulla salute mentale dell’imputato, ma anche sulle dinamiche familiari che hanno portato a tale tragedia.
La dinamica dell’omicidio
Secondo le indagini, la sera prima del delitto, Guido avrebbe colpito la madre con un manubrio da palestra. La scoperta del corpo è avvenuta quando la domestica ha tentato di entrare in casa, trovando la porta chiusa. Solo dopo aver allertato i dipendenti degli uffici al piano inferiore, il figlio ha aperto la porta, apparendo sotto l’effetto di psicofarmaci. La situazione ha immediatamente destato preoccupazione, portando all’intervento delle autorità.
Infermità mentale e perizie psichiatriche
Le indagini hanno rivelato che Guido soffriva di disturbi psichici, in particolare di schizofrenia paranoide. Le perizie psichiatriche, ordinate sia dalla procura che dalla difesa, hanno confermato questa diagnosi, evidenziando un odio profondo verso la madre. In un momento di apparente lucidità, l’uomo avrebbe persino esclamato “viva la libertà” davanti al corpo della madre. Tuttavia, una perizia disposta dalle parti civili ha suggerito che Guido fosse in grado di intendere e volere, complicando ulteriormente il quadro giuridico.
La Corte d’Assise ha accolto la richiesta di assoluzione per infermità mentale, ordinando il ricovero di Guido per dieci anni in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Questo verdetto ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che sostengono la necessità di un trattamento adeguato per le malattie mentali, mentre altri chiedono giustizia per la vittima. La storia di Fiorenza e Guido Rancilio è un triste promemoria delle complessità che possono sorgere all’interno delle famiglie e delle sfide legate alla salute mentale.