Indagini riaperte sulla morte di Michele Della Malva, coinvolgendo Adilma Pereira Carneiro e complici.
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Un caso che riemerge
La morte di Michele Della Malva, avvenuta nel 2011, continua a suscitare interrogativi e a riaccendere l’interesse dell’opinione pubblica. Inizialmente, il decesso era stato attribuito a un infarto, ma le recenti indagini hanno portato a una rivalutazione della vicenda. Della Malva, all’epoca dei fatti, stava scontando una pena di oltre 29 anni per gravi reati, tra cui omicidio volontario e rapina. La sua vita si intreccia con quella di Adilma Pereira Carneiro, nota come la “mantide di Parabiago”, che ora si trova a dover affrontare accuse di omicidio premeditato.
Le nuove testimonianze
Recentemente, un uomo di 59 anni, residente nell’hinterland milanese, è stato arrestato dopo aver fornito dichiarazioni contraddittorie agli investigatori. Questo sviluppo ha riaperto il caso, portando a ulteriori accertamenti sul suo possibile coinvolgimento nella morte di Della Malva. Le indagini, che inizialmente erano state archiviate senza alcuna ipotesi di reato, ora si concentrano su dettagli che potrebbero rivelare un quadro più complesso di quanto si pensasse.
Il passato di Adilma e il contesto del crimine
Adilma Pereira Carneiro, condannata nel 2004 per traffico internazionale di stupefacenti, ha una storia criminale che la precede. La sua relazione con Della Malva, avvenuta durante la detenzione di quest’ultimo, ha sollevato interrogativi sulla natura del loro legame. Si ipotizza che la morte di Della Malva possa essere stata influenzata dall’ingestione di cocaina, un elemento che si intreccia con il passato di Adilma. Il processo a suo carico, iniziato il 27 gennaio, vede coinvolte altre sette persone, rendendo la situazione ancora più intricata.
