Attivisti e sindacati si uniscono per chiedere migliori condizioni di lavoro e sicurezza stradale.
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Un tragico incidente che ha scosso Milano
Il 30 dicembre scorso, un tragico incidente ha portato alla morte di Muhammad Ashfaq, un rider di 44 anni, investito all’incrocio tra via Cadore e via Comelico. Questo evento ha suscitato una forte reazione nella comunità, portando a una manifestazione che ha visto la partecipazione di decine di persone. L’incontro si è svolto nel luogo dell’incidente, dove i partecipanti hanno lasciato una bicicletta dipinta di bianco, simbolo di una vita spezzata e di una richiesta di giustizia. La scritta “basta morti in strada e sul lavoro. Basta cottimo” ha risuonato come un grido di dolore e di protesta contro le condizioni di lavoro precarie che caratterizzano il settore della consegna a domicilio.
Il ruolo dei rider e le loro sfide quotidiane
I rider, professionisti che hanno rivoluzionato il modo in cui i cittadini ricevono cibo e beni, si trovano spesso a fronteggiare situazioni di sfruttamento. La loro retribuzione, basata su un sistema di pagamento a consegna, li costringe a correre per ottimizzare i guadagni, mettendo a rischio la loro sicurezza. Questo modello di lavoro, sebbene flessibile, presenta gravi lacune in termini di protezione e diritti. Durante la manifestazione, i sindacati e i comitati di attivisti hanno sottolineato l’importanza di abolire il pagamento a consegna, chiedendo una retribuzione fissa che garantisca una maggiore serenità ai lavoratori. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro più sicuro e dignitoso.
Unione per la sicurezza stradale e diritti dei lavoratori
La manifestazione non ha solo messo in luce la questione dei diritti dei rider, ma ha anche richiamato l’attenzione sulla sicurezza stradale in generale. Attivisti per la mobilità dolce erano presenti per sottolineare che l’incidente di Ashfaq è emblematico di un problema più ampio che coinvolge la sicurezza di tutti gli utenti della strada. La richiesta di miglioramenti nelle infrastrutture e di una maggiore attenzione alla sicurezza stradale è diventata un tema centrale. La morte di un rider non deve essere solo un numero, ma un campanello d’allarme per tutti noi. È fondamentale che le istituzioni ascoltino queste richieste e agiscano per garantire strade più sicure per tutti.