Il sindacato Filt Cgil protesta contro la diminuzione del lavoro remoto e chiede un dialogo con l'azienda.
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La protesta dei lavoratori Dhl
Oggi, i lavoratori di Dhl si uniscono in uno sciopero per protestare contro la decisione dell’azienda di ridurre il lavoro da casa. Il sindacato Filt Cgil ha proclamato l’agitazione in tutte le sedi, inclusa quella di Peschiera Borromeo, nel milanese. Questa mobilitazione è stata indetta in risposta all’annuncio della società di abbattere la percentuale di smart working dal 50% al 40%, una scelta che ha suscitato forti preoccupazioni tra i dipendenti.
Il dialogo interrotto con l’azienda
Secondo quanto riportato nel comunicato del sindacato, dopo l’annuncio di luglio, Filt Cgil ha cercato di avviare un dialogo costruttivo con la dirigenza di Dhl. Tuttavia, il sindacato ha lamentato di trovarsi di fronte a un “muro di gomma”, evidenziando come l’attuale leadership sembri ignorare le fondamenta delle relazioni industriali. Invece di confrontarsi con le rappresentanze sindacali, l’azienda ha scelto di imporre decisioni unilaterali, creando un clima di tensione e insoddisfazione tra i lavoratori.
Le conseguenze della decisione aziendale
La decisione di Dhl di ridurre il lavoro da casa non solo ha portato a un clima di malcontento, ma ha anche già avuto delle ripercussioni pratiche. Infatti, in tutte le sedi, gli straordinari sono stati bloccati, segno di una mobilitazione che sta crescendo. Oggi è previsto un incontro tra i rappresentanti sindacali e i vertici dell’azienda, durante il quale si spera di trovare una soluzione. Tuttavia, il sindacato ha avvertito che se Dhl non ritirerà la sua decisione, si procederà a proclamare uno sciopero in due giornate del mese di dicembre.
Inoltre, Filt Cgil ha sottolineato come la riduzione dello smart working sia in netto contrasto con le politiche green che Dhl ha più volte pubblicamente sostenuto. La questione non riguarda solo il diritto al lavoro da casa, ma anche l’impatto ambientale e la sostenibilità delle scelte aziendali. I lavoratori chiedono di essere ascoltati e di poter partecipare attivamente alle decisioni che riguardano il loro futuro lavorativo.