La vita e l'eredità di un sindaco che ha segnato la storia di Milano
Un addio che lascia il segno
Il 5 dicembre, giorno del suo 84° compleanno, Milano ha dato l’addio a Paolo Pillitteri, ex sindaco che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della città. La camera ardente, allestita nella Sala dell’Urbanistica di Palazzo Marino, ha visto la presenza di familiari, amici e colleghi, tra cui l’attuale sindaco Giuseppe Sala, che ha voluto rendere omaggio a un uomo che ha dedicato la sua vita alla comunità. “È come se continuasse a portare un contributo alla comunità a cui ha dato tanto”, ha dichiarato Sala, sottolineando l’importanza del suo operato in un periodo storico complesso.
Un sindaco per la comunità
Stefano Pillitteri, il figlio, ha ricordato come la Milano amministrata dal padre fosse una città vibrante e piena di iniziative. “Non era né dei rampanti né del cinismo, ma una Milano ricca di opportunità e libertà”, ha affermato. La carriera di Paolo Pillitteri è iniziata nel 1971 come assessore alla cultura, un ruolo che ha segnato profondamente il suo legame con Palazzo Marino. Durante il suo mandato da sindaco, ha vissuto momenti storici, tra cui il periodo noto come ‘Milano da bere’, un’epoca di grande fermento culturale e sociale.
Un’eredità culturale
Il ricordo di Paolo Pillitteri non è solo legato alla sua figura di sindaco, ma anche alla sua umanità e sensibilità. L’ex sindaco Gabriele Albertini ha descritto Pillitteri come “un uomo di grande umanità, un amico e un predecessore”. La sua capacità di vivere e amplificare i momenti storici ha contribuito a dare un connotato di creatività alla città. La sua eredità culturale è evidente e continua a influenzare Milano, un luogo che ha sempre amato e che ha cercato di rigenerare attraverso le sue iniziative.