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La radicalizzazione giovanile: il caso di Hafsa M. e il suo viaggio verso la jihad

Un'analisi del fenomeno della radicalizzazione tra i giovani attraverso il caso di Hafsa M.

Hafsa M. in un contesto di radicalizzazione giovanile
Scopri la storia di Hafsa M. e il suo viaggio verso la jihad.

Il cambiamento di Hafsa M.

Il caso di Hafsa M., una giovane di 19 anni originaria di Mombasa, Kenya, ha catturato l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine italiane. La sua trasformazione, documentata in un video su TikTok, mostra un passaggio drammatico da una vita occidentale a una radicalizzazione profonda. Inizialmente, Hafsa appare vestita in modo tradizionale, con jeans e hijab, ma nel giro di poco tempo, il suo aspetto cambia radicalmente, indossando un niqab che copre completamente il suo volto, lasciando scoperti solo gli occhi. Questo cambiamento non è solo estetico, ma rappresenta un percorso di avvicinamento a ideologie estremiste.

Il ruolo dei social media nella radicalizzazione

I social media, in particolare TikTok, hanno giocato un ruolo cruciale nella vita di Hafsa. Attraverso la piattaforma, ha iniziato a seguire profili di reclutatori e propaganda jihadista, che hanno influenzato il suo modo di pensare e le sue scelte. Gli investigatori hanno notato un aumento della frequenza dei suoi post, che mostrano una crescente adesione a ideologie estremiste. Hafsa ha condiviso video in cui esprimeva il suo sostegno alla causa jihadista, alzando l’indice, simbolo di appartenenza agli estremisti islamici. Questo comportamento ha sollevato preoccupazioni tra le autorità, che hanno iniziato a monitorarla più da vicino.

Il tentativo di fuga e le conseguenze legali

Il 30 novembre, Hafsa è stata arrestata mentre cercava di imbarcarsi su un volo per Ankara, con l’intenzione di proseguire verso la Siria o il Medio Oriente. Le indagini hanno rivelato che la giovane aveva già tentato di partire per due giorni consecutivi, dimostrando una determinazione preoccupante. Durante l’udienza di convalida, Hafsa ha dichiarato di non voler combattere direttamente, ma le sue azioni sui social media raccontano una storia diversa. Le autorità hanno trovato immagini di lei che maneggiava un fucile a salve, segni di una radicalizzazione che si stava intensificando. Il giudice ha sottolineato come le sue attività di proselitismo e la mitizzazione dell’integralismo religioso siano diventate sempre più esplicite, evidenziando il pericolo rappresentato dalla sua ideologia.

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