La Corte d'Appello di Milano ribalta la sentenza e assolve i membri del Comitato abitanti Giambellino-Lorenteggio.
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Il caso degli attivisti di Giambellino
Nel 2018, un’operazione dei carabinieri a Milano portò all’arresto di nove membri del Comitato abitanti Giambellino-Lorenteggio, accusati di associazione a delinquere per l’occupazione di case Aler. Recentemente, la Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo gli attivisti e ridimensionando le pene per altri reati minori. Questa decisione segna un importante passo nella lotta per il diritto alla casa e la giustizia sociale.
La sentenza della Corte d’Appello
La seconda sezione penale, presieduta dal giudice Enrico Manzi, ha stabilito che il fatto non sussiste, cancellando le condanne che variavano da un anno a cinque anni. Gli imputati sono stati assolti anche per alcuni episodi specifici, mentre per altri si è deciso di non procedere per prescrizione dei reati. I difensori degli attivisti, Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno sottolineato che il Comitato non ha mai agito come un’associazione per delinquere, ma ha cercato di affrontare le carenze dello Stato in un quartiere difficile.
Il ruolo del Comitato abitanti Giambellino-Lorenteggio
Il Comitato è stato descritto dai suoi legali come un gruppo impegnato nella lotta per la giustizia sociale, non a scopo di lucro, ma per garantire il diritto alla casa. Gli attivisti hanno occupato appartamenti Aler, non per profitto, ma per offrire soluzioni a chi si trovava in difficoltà abitativa. Questo approccio ha suscitato un acceso dibattito sulla gestione delle emergenze abitative e sul ruolo delle istituzioni nel garantire diritti fondamentali ai cittadini.
Le implicazioni della sentenza
La decisione della Corte d’Appello non solo assolve gli attivisti, ma pone anche interrogativi sulla gestione delle politiche abitative a Milano. In un contesto di crescente crisi abitativa, la sentenza potrebbe incoraggiare altri gruppi a mobilitarsi per i diritti dei più vulnerabili. La questione dell’occupazione di case Aler rimane un tema caldo, con molte famiglie ancora in attesa di una soluzione abitativa dignitosa. La sentenza rappresenta un segnale importante per chi lotta per la giustizia sociale e per il diritto alla casa.