Le autorità approfondiscono i legami tra ultras e crimine organizzato dopo il ritrovamento di armi.
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Un arsenale inquietante a Cambiago
Recenti indagini hanno rivelato un arsenale di armi appartenente a un gruppo di ultras, sollevando preoccupazioni riguardo ai legami tra il tifo calcistico e la criminalità organizzata. Dopo il ritrovamento di un’arma all’interno dell’abitazione di un giovane ultras interista, le autorità hanno intensificato le indagini per comprendere l’entità di questo fenomeno. L’arma, risultata rubata, è solo l’ultima di una serie di scoperte che hanno messo in luce un quadro allarmante.
Il ruolo di Andrea Beretta
Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord e attualmente in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, sta collaborando con le autorità. La sua testimonianza è fondamentale per gli investigatori, che stanno cercando di fare luce su un’organizzazione che sembra avere radici profonde nel mondo del tifo. Beretta è stato recentemente trasferito in un altro carcere nell’ambito di un programma di protezione per i collaboratori di giustizia, segno della gravità della situazione.
Il proprietario dell’abitazione dove è stata trovata l’arma è attualmente indagato per detenzione illecita di arma. Le autorità hanno sottolineato che questo caso non è isolato, ma fa parte di un contesto più ampio che coinvolge il tifo organizzato e la criminalità. Il gip Domenico Santoro ha descritto la situazione come “inquietante”, suggerendo che le indagini potrebbero rivelare una proiezione criminosa degli ultras ancora più preoccupante rispetto a quanto emerso con l’inchiesta “doppia curva”. Questo scenario solleva interrogativi su come il tifo possa essere influenzato da dinamiche criminali e su quali misure possano essere adottate per contrastare questo fenomeno.