I lavoratori dei musei civici di Milano chiedono adeguamenti salariali e contratti giusti.
Argomenti trattati
Una protesta che dura da un anno
Il 17 novembre, oltre 60 lavoratori degli appalti di sala e biglietterie dei Musei civici di Milano hanno incrociato le braccia, manifestando davanti al Museo del ‘900. Questa azione di sciopero è stata indetta per rivendicare adeguamenti salariali immediati e l’applicazione del contratto di Federculture per le prossime gare d’appalto. La situazione è diventata insostenibile e i lavoratori chiedono risposte concrete dopo un anno di attesa.
Le richieste dei lavoratori
Il sindacato Slang Usb ha sottolineato che la vertenza in corso è rappresentativa della condizione di una parte significativa della classe lavoratrice italiana. L’applicazione di contratti inadeguati, come quello del Multiservizi, insieme all’esternalizzazione dei servizi tramite appalto, ha creato un clima di sfruttamento. “A oggi, però, non c’è stata ancora una risposta formale da parte delle istituzioni”, ha dichiarato il sindacato, evidenziando la necessità di un intervento immediato per garantire diritti e dignità ai lavoratori.
Il contesto economico e culturale di Milano
Milano, nel 2023, ha registrato un record di 8,5 milioni di arrivi, con un’area urbana che ha visto 11,5 milioni di visitatori. Tuttavia, nonostante l’aumento dei profitti, i lavoratori continuano a essere trascurati. La legge Finanziaria ha previsto tagli lineari ai ministeri, incluso quello della Cultura, mentre gli scandali politici sembrano attirare più attenzione rispetto alla sorte di migliaia di posti di lavoro. I lavoratori dei musei civici di Milano si preparano ora per un sciopero generale proclamato per il 13 dicembre, un ulteriore passo nella loro lotta per diritti e giustizia sociale.