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Addio a Gino Morrone, il giornalista che raccontò la storia

La carriera di Gino Morrone, un grande cronista che ha segnato un'epoca.

Gino Morrone, il giornalista che ha raccontato storie
Ricordiamo Gino Morrone, un maestro del giornalismo italiano.

Un inizio straordinario

La carriera di Gino Morrone, storico giornalista italiano, è stata caratterizzata da eventi che hanno segnato la storia del nostro paese. Originario di San Giovanni in Fiore, in Calabria, Morrone si trasferì a Milano negli anni Sessanta, dove iniziò a lavorare per il quotidiano Il Giorno. La sua vita professionale prese una piega inaspettata il , quando fu il primo a giungere in piazza Fontana, pochi minuti dopo la strage che cambiò per sempre il volto dell’Italia. Questo evento non solo segnò la sua carriera, ma anche la sua vita personale, facendolo diventare un testimone diretto di un momento cruciale della storia italiana.

Un giornalista appassionato

Gino Morrone non era solo un cronista, ma un uomo di grande passione e dedizione per il suo lavoro. La sua presenza nella sala stampa dei carabinieri, dove si trovava per scrivere le partecipazioni di nozze, dimostra quanto fosse attento e reattivo agli eventi che lo circondavano. La sua capacità di raccontare la realtà con uno stile incisivo e coinvolgente lo rese un punto di riferimento per molti giovani giornalisti. Il nipote Emiliano ha condiviso un ricordo toccante su Facebook, sottolineando come Gino fosse un mentore per lui e per molti altri, trasmettendo l’amore per il giornalismo e la verità.

Un impegno sociale e culturale

Oltre alla sua carriera giornalistica, Morrone è stato un attivo sostenitore della cultura e della memoria storica. Dopo il suo pensionamento, assunse il ruolo di direttore della rivista Lettera ai compagni, fondata da Ferruccio Parri. La sua passione per la storia e la cultura si rifletteva anche nel suo impegno con l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), dove organizzava eventi culturali di alto livello. La sua energia e il suo entusiasmo erano contagiosi, e la sua presenza era fondamentale per il rilancio dell’associazione in un momento difficile, quando gli ultimi testimoni di quel periodo storico stavano scomparendo.

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