La Dda di Milano smantella un'organizzazione di hacker e spioni legati a nomi illustri
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Un giro illecito di informazioni personali
Recenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano hanno rivelato un vasto mercato di informazioni personali e riservate, acquisite in modo illecito da banche dati strategiche. Questo sistema, che ha fruttato oltre 3 milioni di euro, ha coinvolto nomi di spicco nel panorama imprenditoriale e politico italiano. La rete di spionaggio, guidata dall’ex poliziotto Carmine Gallo, ha suscitato preoccupazioni per la sua capacità di influenzare dinamiche imprenditoriali e pubbliche.
Le figure chiave dell’inchiesta
Tra i principali indagati figura Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano e titolare della società investigativa Equalize. Secondo gli inquirenti, Pazzali avrebbe orchestrato un uso incontrollato del dossieraggio, mirando a figure di alto profilo come il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente del Milan Paolo Scaroni. Le intercettazioni rivelano un dialogo inquietante che suggerisce possibili collegamenti con il Quirinale, aumentando il livello di allerta tra le autorità.
Le conseguenze legali e le reazioni
La Procura di Milano ha già richiesto 13 custodie cautelari in carcere per gli indagati, mentre l’inchiesta continua a espandersi. Le autorità stanno esaminando la possibilità che i dati rubati siano stati venduti all’estero, il che potrebbe avere implicazioni internazionali. Le reazioni non si sono fatte attendere, con La Russa che ha espresso il suo disgusto per la situazione, sottolineando la sua lunga conoscenza di Pazzali e la necessità di ulteriori chiarimenti prima di un giudizio definitivo.