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Maxi inchiesta su furto di dati sensibili: sei misure cautelari eseguite

Scoperta una banda dedita al furto e alla vendita di informazioni riservate, coinvolti anche ex agenti delle forze dell'ordine.

Un’operazione della Dda contro il crimine informatico

Un’importante inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari e al sequestro di diverse società. L’operazione, coordinata dalla procura di Milano, ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale specializzata nel furto di dati sensibili. I carabinieri del nucleo investigativo di Varese hanno eseguito l’ordinanza emessa dal Gip, portando alla luce un sistema complesso di accesso abusivo a informazioni riservate.

Il modus operandi della banda

Secondo le indagini, la banda avrebbe operato principalmente per profitto economico, esfiltrando dati da banche dati strategiche nazionali come Sdi, Serpico, Inpd, Anpr e Siva. Tra i membri dell’organizzazione ci sarebbero anche ex appartenenti alle forze dell’ordine, il che solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’integrità delle istituzioni. I dati rubati, secondo le prime informazioni, includevano informazioni sensibili di esponenti politici e di altri soggetti di rilievo.

Le conseguenze legali e le indagini in corso

L’ipotesi di reato formulata dalla procura è di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico. Durante l’operazione, sono state effettuate anche decine di perquisizioni sia in Italia che all’estero, segno che l’inchiesta potrebbe estendersi ulteriormente. Gli arrestati, quattro ai domiciliari e due colpiti da misure interdittive, sono accusati di aver agito su commissione di clienti, vendendo loro i dati richiesti. Questo solleva interrogativi non solo sulla criminalità informatica, ma anche sull’etica e la legalità nel trattamento delle informazioni riservate.

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