Un selfie che racconta una vita spezzata: il tragico destino di Manuel Mastrapasqua e l'incontro fatale con Daniele Rezza
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Con il volto rivolto verso la fotocamera del suo smartphone, si presenta indossando una maglietta gialla con i Looney Tunes. Il suo sguardo è astuto e porta delle cuffie della Music Sound appese al collo. Sullo sfondo, gli scaffali del Carrefour di via Farini, dove trascorreva le notti lavorando come cassiere. Questo selfie incapsula perfettamente la vita di Manuel Mastrapasqua: le lunghe ore al supermercato, l’amore per la musica e l’espressione serena di un giovane descritto da tutti come gentile e calmo. Il suo sogno era risparmiare per comprare una casa con la fidanzata Ginevra. Purtroppo, questa vita è stata stravolta tre ore dopo, quando si è imbattuto casualmente nel diciannovenne Daniele Rezza, che era uscito di casa alle 2:40 con un coltello da cucina in mano. “Appena l’ho notato in lontananza, ho deciso di portargli via tutto ciò che aveva – ha riferito durante l’interrogatorio di convalida –. Mi sono avvicinato a una distanza di circa un metro e mezzo e gli ho strappato le cuffie che aveva appese al collo”.
Il furto delle cuffie
Le stesse cuffie che indossava nella foto, utilizzata come prova nell’inchiesta, per confermare che era l’unico oggetto mancante quando Manuel è stato trovato alle 2:58 dell’11 ottobre da due carabinieri. Un furto misero, valutato online a soli 14,90 euro. Rezza sperava di guadagnare qualcosa alla prima occasione: “Quando ho visto il ragazzo, il mio intento era di portargli via tutto, come soldi e telefono, cose da poter rivendere”, ha aggiunto.
Il ritrovamento delle cuffie
Le cuffie erano state acquistate con l’intenzione di rivenderle, ma non era chiaro quanto ne avrebbe ricavato. Così, quelle Music Sound, destinate a rimanere nascoste nella sua stanza per una notte, sono state gettate via dal padre, Maurizio. Il giorno dopo, questi ha rivelato, durante l’interrogatorio dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dai pm Bruna Albertini e Maria Letizia Mocciaro sotto la direzione del colonnello Antonio Coppola, di averle buttate in un piccolo contenitore verde situato in viale Lombardia, nei pressi dell’Area 51. Dopo alcune richieste da parte dei militari e una telefonata con il figlio, sono state recuperate. Il padre ha raccontato che quella sera il ragazzo era tornato a casa tardi e, nonostante i suoi soliti problemi, gli ha parlato di una rissa. Inizialmente, Maurizio pensava fosse uno scherzo, dato che in passato il figlio aveva detto simili cose. Successivamente, il giovane ha accennato a una possibile accoltellamento, ma il tono era scherzoso, al punto che il padre non era sicuro se fosse sotto effetto di alcol o droghe. Dopo averlo invitato a smettere di scherzare, è andato a letto. Poco dopo, Mastrapasqua è deceduto all’ospedale Humanitas, nonostante i disperati tentativi di salvataggio. Oggi è programmata l’autopsia sul corpo del trentunenne.
Le ultime notizie
Secondo le ultime notizie, la Procura, dopo aver effettuato diverse analisi tecnico-scientifiche, come su vestiti dell’assassino e possibilmente sull’arma del crimine (se dovesse essere trovata), intende richiedere un processo immediato.