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Alessandro Impagnatiello era in grado di distinguere il suo comportamento al momento dell’omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello era in grado di comprendere e volere al momento dell’omicidio della sua compagna. Questo è stato confermato dai periti della corte d’Assise di Milano, che avevano richiesto una valutazione psichiatrica sul responsabile della morte di Giulia Tramontano, una donna giovane uccisa la sera del 27 maggio 2023 a Senago, mentre era incinta di sette mesi del bambino Thiago. Il primo incontro con i periti si è tenuto a luglio nel carcere di San Vittore. La Corte ha designato lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca per elaborare la perizia psichiatrica sul barman. Incontri successivi sono stati svolti a settembre, e la perizia, recentemente presentata, sarà discussa in aula. Ciliberti e Rocca dovranno anche valutare la possibile pericolosità sociale di Impagnatiello. La Procura ha nominato la psichiatra forense Ilaria Rossetti come consulente, mentre l’avvocato della parte civile, Giovanni Cacciapuoti, ha incaricato Salvatore De Feo e Diana Galletta. La difesa ha evidenziato tratti di personalità paranoide e ossessiva, facendo riferimento a una grave psicopatologia. Gli avvocati della famiglia Tramontano, considerando che Impagnatiello somministrava veleno alla sua fidanzata per mesi, hanno parlato di un “lucido delirio”. A questo punto, si attende la sentenza, prevista per il mese di novembre. Alessandro Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto.

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