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Scaroni ha dichiarato che rimarrà soltanto una traccia del San Siro

Paolo Scaroni determinato a costruire un nuovo stadio accanto al Meazza, mentre considera anche San Donato come opzione. Presidente dell'Inter, Marotta, sottolinea l'importanza di uno stadio moderno per opportunità economiche e aggregazione sociale. L'Italia deve recuperare il ritardo sugli stadi rispetto ad altri paesi europei

Paolo Scaroni è determinato. Il presidente del Milan ha in mente di costruire un nuovo stadio accanto al Meazza, il quale potrebbe essere parzialmente demolito. Questa proposta, su cui il dirigente rossonero lavora dal 2019, era stata presentata inizialmente al Comune quando Milan e Inter annunciarono il loro primo progetto, recentemente ripreso in considerazione. “Ho sempre detto che il San Siro è un impianto datato e necessita di una revisione, poiché siamo molto indietro rispetto ad altre squadre europee – ha dichiarato Scaroni durante il Festival dello Sport a Trento –. Ho discusso con il sindaco Giuseppe Sala, e ora stiamo considerando l’idea di realizzare un nuovo stadio mantenendo alcune caratteristiche di quello attuale”.

La proposta di Paolo Scaroni

Tuttavia, Scaroni ha chiarito che il progetto per San Siro non è l’unica opzione disponibile: “Al momento stiamo anche valutando l’idea di costruire un nuovo stadio a San Donato Milanese, distante solo 5 chilometri da Milano”. Anche il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha espresso le sue opinioni sul tema stadi: “Le società devono valorizzare diversi aspetti. In primo luogo, il ruolo dello stadio come luogo di aggregazione e opportunità economiche. Un impianto moderno non può essere solo un monumento isolato, ma deve essere attivo durante tutta la settimana, con iniziative commerciali e spazi di incontro. Lo scorso anno a San Siro abbiamo arrecato 800 milioni; immaginate cosa potremmo ottenere con uno stadio innovativo”. Marotta ha aggiunto che “l’Italia è rimasta indietro rispetto ad altri paesi europei per decenni in merito agli stadi. Questo ritardo è dovuto a una burocrazia lenta che ha scoraggiato gli investitori. Il tema degli stadi è di rilevanza nazionale e dovrebbe essere gestito dal Ministero delle Infrastrutture”.

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