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La madre sotto inchiesta è accusata di cercare di forzare la figlia a interrompere la gravidanza, ma la giovane decide di denunciarla

Una giovane minorenne si trova di fronte a una scelta difficile: abortire come desiderato dalla madre o seguire il suo sogno di diventare madre. La Procura interviene per proteggere i suoi diritti e nominare un curatore speciale. La madre potrebbe affrontare conseguenze legali per violenza privata e tentata interruzione di gravidanza non consensuale. La storia si conclude positivamente con il sostegno della famiglia e del compagno della ragazza

Una ragazza, ancora minorenne, si trova di fronte a una scelta difficile riguardo alla gravidanza che ha avuto con il suo fidanzato, coetaneo e per cui nutre sentimenti profondi. Tuttavia, la madre di lei è contraria all’idea di accogliere un nipote, soprattutto a causa di problemi economici e della possibilità che la figlia non completi gli studi. Così, decide di portarla in un ospedale nei dintorni di Milano per abortire. Ma, una volta lì, la ragazza, pur avendo firmato per un’interruzione di gravidanza programmata a novembre, rivela ai medici, in lacrime, che non desidera abortire e che sua madre l’ha costretta.

Il dilemma

Questo dilemma finisce sulla scrivania della procura, che deve affrontare una situazione complessa: da un lato c’è il sogno della giovane di diventare madre, dall’altro la volontà contraria della madre. Di conseguenza, la Procura ha richiesto al giudice di nominare un curatore speciale che possa assistere la ragazza, ora ospitata dai nonni sotto la supervisione dei magistrati minorili. La madre, al contrario, potrebbe trovarsi in serie difficoltà legali, essendo indagata per violenza privata e tentata interruzione di gravidanza non consensuale, a seguito dei coinvolgimenti di medici, carabinieri e della procura.

La libertà di decidere

Un elemento rilevante potrebbe essere la prossimità del compleanno della ragazza, che compirà 18 anni il 13 dicembre, mentre l’interruzione è fissata per il 18 novembre. Una volta raggiunta la maggiore età, la giovane avrà la libertà di decidere autonomamente riguardo alla sua vita e a quella del bambino che porta in grembo.

La Procura ha raccontato una storia che si concluderà positivamente, sottolineando come, sebbene la giovane fosse ancora minorenne, fosse necessario firmare un consenso per l’intervento di aborto. Qui, i medici hanno notato che non c’era una vera volontà da parte sua di portare a termine la procedura. Di fronte alle sue lacrime, i sanitari l’hanno esortata a riflettere sulla decisione che stava per prendere. È così che la ragazza ha manifestato chiaramente la sua intenzione di non abortire. Il suo compagno l’ha accompagnata in ospedale per sostenerla, desiderando entrambi accogliere il nascituro. A supportare la coppia ci sono anche i genitori del giovane e i nonni della ragazza.

La madre sotto indagine

Tuttavia, la madre della giovane è attualmente sotto indagine per violenza psicologica, secondo l’articolo 610 del codice penale, che punisce chi costringe altri con minacce o violenze. Durante la permanenza in ospedale, ci sono stati attimi di tensione, inclusa una lite tra madre e figlia, durante la quale la donna, con precedenti penali, avrebbe esclamato che la figlia si stava rovinando la vita. Nonostante l’intervento dei carabinieri, la ragazza ha deciso di non presentare denuncia contro la madre. Tuttavia, le sue dichiarazioni sono state registrate per verbale. La giovane ha anche rivelato che il suo rapporto con la madre è drasticamente peggiorato, diventando tempestoso, dopo aver scoperto di essere in attesa di un bambino.

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