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L’episodio avvenuto nei pressi del Carrefour, con il coinvolgimento di un tram e un tragico accoltellamento, ha avvolto nel mistero la figura di Manuel Mastrapasqua, ucciso dopo la sua giornata lavorativa

L’ultima traccia di Manuel, per il momento, è registrata in un’immagine di una telecamera di sicurezza nei pressi di Maciachini a Milano. È appena trascorsa la mezzanotte e si è aperto il venerdì 11 ottobre. Manuel Mastrapasqua, che ha compiuto 31 anni il 25 marzo, ha una vita caratterizzata da normalità, ed esce dal Carrefour dove lavora come magazziniere. Sembra allontanarsi da solo. Probabilmente sta tornando a casa a Rozzano, dove viveva con la madre e un fratello, avendo perso il padre sei anni fa. Circa tre ore dopo, alle 2.59, si ritrova a terra in viale Romagna, a Rozzano, sotto l’antenna Telecom. Una pattuglia dei carabinieri, transitando, nota il suo corpo riverso sull’asfalto, inondato di sangue. Viene subito soccorso e portato all’Humanitas, dove i medici cercano di intervenire chirurgicamente, ma le speranze sono vane. Manuel muore poco dopo.

La causa della sua morte è una coltellata che lo colpisce al petto, sul lato sinistro, sotto il costato. Un fendente, solo uno, senza possibilità di scampo. Ma che cosa sia successo in quel lasso di tempo tra l’uscita dal supermercato e il ritrovamento del corpo è ora al vaglio degli investigatori dei carabinieri di Corsico e del nucleo investigativo di Milano, che stanno cercando di chiarire la dinamica dell’omicidio e di identificare l’autore.

L’ultimo tram è passato alle 2.20.

Il primo passo dell’indagine ha riguardato l’analisi della vita personale della vittima, ma non è emersa alcuna informazione significativa. Il giovane di 31 anni non aveva alcun precedente penale; nel database delle forze dell’ordine il suo nome compare solo in relazione a una denuncia per smarrimento di documenti. I familiari lo descrivono come una persona che conduceva un’esistenza tranquilla e regolare, senza conflitti con nessuno. Recentemente, sembrava che Manuel avesse avviato una relazione con una ragazza ligure, la quale avrebbe tentato di contattarlo più volte, ignara della sua morte.

Un interrogativo cruciale resta: come è finito in quella posizione Manuel? Madre e fratello affermano che dopo il turno serale solitamente tornava a casa utilizzando i mezzi pubblici, in particolare il tram 15 dal Duomo, e che di norma non rientrava prima delle due di notte. Si pone quindi la domanda se venerdì sia seguito lo stesso schema. Le forze dell’ordine stanno recuperando gradualmente i filmati delle telecamere di sorveglianza delle aree che avrebbe potuto attraversare e dei mezzi pubblici che avrebbe potuto utilizzare. L’unica informazione certa è che l’ultimo tram, se effettivamente lo avesse preso, arriva alla sua fermata alle 2.20, ovvero circa quaranta minuti prima del rinvenimento del cadavere. In quel lasso di tempo, pur registrando il transito di alcune auto, non è stata effettuata alcuna chiamata d’emergenza al 112.

Si ipotizza un possibile furto sfociato in un dramma.

Nel materiale video ripreso all’uscita del Carrefour, emerge un particolare significativo che ha attirato l’attenzione degli investigatori. Si nota, infatti, Manuel mentre tiene in mano un oggetto, il quale risulta assente sulla scena del crimine, dove sono stati trovati solo il suo portafogli – privo di denaro – e il suo telefonino, il quale era bloccato da un codice.

Questo elemento, insieme al background della vittima, riapre il dibattito su una possibile rapina conclusasi in modo violento. È plausibile che Manuel possa aver tentato di difendersi o reagire, portando l’assassino a infliggergli un colpo mortale, senza poi agire ulteriormente sul suo corpo. Tale circostanza, al momento, non suggerisce quindi un attacco premeditato nei suoi confronti.

Le indagini da parte dei carabinieri sono ancora in fase preliminare. Sarà cruciale analizzare il tragitto che Manuel ha compiuto dopo il lavoro, per determinare se si sia diretto verso la consueta direzione. Questa analisi consentirebbe di ricostruire gli spostamenti di Manuel fino a Rozzano e, probabilmente, anche quelli del suo aggressore.

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