Tullio Barbato: Il giornalista polemista che ha lasciato un'eredità culturale preziosa per Milano

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Il 10 ottobre di un anno fa, Tullio Barbato è venuto a mancare all’età di 88 anni. Era un giornalista, autore, storico e polemista, conosciuto con il soprannome di “Veleno”. Nel 1976, ha fondato Radio Meneghina, ubicata al numero 1 di via Monte di Pietà, dove si trovava anche il Circolo Ambrosiano Meneghin e Cecca. Per cinquant’anni, la sua voce ha risuonato, esprimendo il suo amore per Milano e la sua cultura, sempre iniziando con il consueto: “Ciao ciao a tutti”.
Eredità culturale di Tullio Barbato
Luca racconta che suo padre ha lasciato un’eredità culturale preziosa, che la città dovrebbe valorizzare. Questa eredità comprende, tra le altre cose, un ricco archivio audio della radio e ricordi del periodo post-bellico, delle tradizioni locali e della vita politica di quattro amministrazioni, tutte esperienze che solo un esperto cronista municipale ha potuto vivere. Mentre si attende la costruzione di un monumento in suo onore, possibilmente sul Monte Stella, sarebbe interessante riattivare uno dei suoi sogni: ridare vigore al Carnevale ambrosiano.
Il Carnevale ambrosiano
Era lui a selezionare gli interpreti di Meneghin e Cecca, tra cui Luciano Beretta, Wilma De Angelis, Gianni Magni e molti altri, fino a Gianni Ferri, l’ultimo Meneghino. Per tanti anni, veniva allestita una settimana di festeggiamenti che si chiudeva con una parata finale organizzata dal Gruppo Storico Città di Milano, che aveva sede al Circolo Ambrosiano Meneghin e Cecca. Questo gruppo custodiva centinaia di costumi storici e i gonfaloni delle antiche porte di Milano, che suo padre riuscì a portare in sfilata in diverse città, incluso il Carnevale di Viareggio, spesso collaborando con il Gruppo Manzoniano. Sarebbe auspicabile che il Comune si attivasse per recuperare tali costumi e gonfaloni.
Il percorso giornalistico di Tullio Barbato
Barbato ha avuto un percorso eccezionale nel mondo del giornalismo, ricoprendo ruoli che spaziavano dal “trombettiere” fino alla direzione di testate. La sua esperienza includeva attività come corrispondente, redattore e inviato speciale, affrontando temi che andavano dalla cronaca allo sport, dall’economia agli spettacoli, sia nazionali che internazionali. Ha dedicato un lungo periodo della sua carriera a testate come il Messaggero, l’Agenzia Italia, il Secolo XIX e La Notte, con esperienze presso Il Giorno e Corriere della Sera, oltre a collaborazioni con numerose altre pubblicazioni e reti televisive. Era attivamente coinvolto in eventi come Fiera Milano e Italia 90. Barbato fece parte dei soci fondatori di iniziative come il festival Milano canta, il Nuovo Circolo Ambrosiano e le Consulte Sforzesca e Lombarda. Nel 2016, la sua città natale ha voluto riconoscerlo con un prestigioso premio di benemerenza civica. Nei suoi scritti, ha trattato temi che spaziavano dalle ricostruzioni belliche alla storia industriale, passando per la musica e la gastronomia, rimanendo sempre legato a Milano, come dimostrano opere come “Per una storia di Meneghin e Cecca” e “Ombre sulla città”, che offre un’analisi avvincente del crimine a Milano, dai giorni della ‘ligera’ fino agli eventi tumultuosi legati alla violenza politica.