
Chiodi, incidenti e vittime: le motivazioni dietro il nuovo sciopero dei trasporti
I lavoratori del settore ferroviario stanno per avviare un’azione di sciopero senza orari protetti. L’evento è previsto tra il 12 e il 13 ottobre. Il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha espresso il suo scontento riguardo alla gestione della rete ferroviaria da parte di Rfi, che include i treni Trenord, mentre il ministro Matteo Salvini ha affermato che un singolo chiodo ha causato disagi nel traffico ferroviario in una buona parte del paese. Tuttavia, per i dipendenti, la realtà è ben diversa e difficile da accettare, data la mancanza di sicurezza sia sul piano operativo che contrattuale. Questo è un punto fondamentale enfatizzato dai sindacati Cub Trasporti e Sgb, i principali organizzatori della protesta nazionale, che mettono in pericolo il regolare servizio dei treni regionali di Trenord a Milano e in Lombardia, così come quelli di Trenitalia.
Le ragioni dello sciopero del 12 e 13 ottobre
La principale richiesta dei lavoratori è l’implementazione di maggiore sicurezza. Questo desiderio è emerso ancor di più dopo l’incidente mortale che ha coinvolto Attilio Franzini. Il dipendente, di 47 anni, ha perso la vita all’alba del 4 ottobre presso la stazione di San Giorgio di Piano, situata alle porte di Bologna e sulla linea diretta a Venezia. Cub Trasporti ha ribadito l’importanza di ricordare tragedie passate come quella di Brandizzo, mettendo in guardia sull’importanza di affrontare queste problematiche.
I rappresentanti sindacali dichiarano che la situazione è ancora più drammatica rispetto a quanto si possa dire. Le ferrovie sono responsabili di azioni quotidiane che includono tagli significativi, assunzioni non effettuate e una distribuzione inadeguata dei carichi di lavoro. Inoltre, ci sono accordi che peggiorano le condizioni lavorative e tentativi di sottrarsi alle responsabilità, giustificando tutto con l’errore umano. Non si nota alcun cambiamento nella direzione rispetto alla pratica di esternalizzare gli appalti, che è alla base degli incidenti.
Le aziende tendono a spostare la responsabilità sui lavoratori, come accaduto a Brandizzo. Secondo Cub Trasporti, RFI si sottrae alle proprie responsabilità organizzative in merito all’incidente, citando l’uscita di un operaio dal recinto di cantiere, mentre si fa riferimento alla ditta esterna Salcef in quella zona. Durante il processo sul deragliamento di Pioltello, i vertici aziendali tentano di difendersi attribuendo agli operai la responsabilità per la mancata manutenzione dei binari.
In un altro caso, si accusa un operaio di una ditta per la questione di un chiodo difettoso a Roma Termini, ignorando che il funzionamento dell’intero sistema dovrebbe essere più sicuro e non dipendere da un singolo elemento. Dopo l’incidente di Brandizzo, il capotecnico che operava tra l’azienda e il Regolatore della Circolazione è stato licenziato, un gesto che serve a eliminare qualsiasi responsabilità da parte dell’azienda, oscurando il contesto in cui si sono manifestati questi gravi eventi. I lavoratori in sciopero chiedono con forza che venga riconosciuta questa situazione.
I lavoratori delle ferrovie sono consapevoli. Secondo quanto dichiarato dal sindacato, comprendono la vera natura del problema, celato dietro comunicazioni aziendali o sindacali che non producono effetti, e la fiducia nella magistratura, come se non fosse in gioco l’organizzazione del lavoro stesso. Riconoscono le pressioni per ignorare certi aspetti. Sono a conoscenza che la sicurezza sul lavoro e quella operativa sono interconnesse. Sanno che è necessario un cambio di mentalità riguardo alla sicurezza, così come nel modo di lavorare e gestire la manutenzione.
Per questo motivo, i ferrovieri, mossi da una rinnovata frustrazione, si astengono dal lavoro, manifestando su piattaforme che evidenziano le necessità e le modifiche richieste, chiedendo la possibilità di esprimere la loro opinione su questioni che vengono loro negata. Inizialmente, sono stati i manutentori di Rfi a fermarsi, mentre tutti gli altri ferrovieri parteciperanno allo sciopero il 12 e 13 ottobre, per richiedere un aggiornamento contrattuale riguardante sicurezza, diritti, orari e stipendi, oltre a una nuova visione del lavoro e del servizio ferroviario. Questo include una risposta immediata agli incidenti e l’implementazione di misure preventive. “Questo tema per noi è imprescindibile,” conclude Cub trasporti.
Dettagli sullo sciopero dei treni del 13 ottobre.
Trenord ha comunicato che un’interruzione del servizio a livello nazionale avrà inizio alle 21:00 di sabato 12 ottobre, proseguendo fino alle 20:59 di domenica 13 ottobre. Non ci saranno fasce orarie garantite, poiché si tratta di un giorno festivo. È stato specificato che i treni in partenza entro le 21 e con arrivo programmato entro le 22 raggiungeranno le loro destinazioni. Anche i treni Regionali di Trenitalia operanti in Lombardia e nelle aree circostanti potrebbero subire modifiche. Questo sciopero potrà influenzare i servizi regionali, suburbani, aeroportuali e le tratte a lunga percorrenza di Trenord.
Inoltre, Trenitalia ha fatto sapere che il personale del Gruppo FS, incluse Trenitalia e Trenitalia Tper, si fermerà. Tuttavia, sarà garantita la circolazione di alcuni treni a lunga percorrenza. I passeggeri che desiderano annullare il loro viaggio possono richiedere un rimborso a partire dall’annuncio dello sciopero, fino all’orario di partenza del treno per i servizi Intercity e Frecce; mentre per i treni Regionali, la richiesta può essere effettuata fino alle 24 del giorno precedente allo sciopero. In alternativa, è possibile riprogrammare il viaggio alle stesse condizioni, non appena i posti saranno disponibili.