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“Stiamo pagando per i disguidi?”

Margherita Mantovani, una studentessa di Economia di diciannove anni all’Università Cattolica, racconta la sua esperienza frustrante: doveva partire da Garbagnate, ma il treno non è partito. Per arrivare a Milano, ha dovuto utilizzare due autobus e poi la metropolitana, impiegando ben tre ore. Con evidente agitazione, esprime il suo disappunto, evidenziando che non è la prima volta che si trova di fronte a disagi di questo tipo; nell’ultimo anno ha frequentemente affrontato ritardi o cancellazioni. Dopo il periodo di pandemia, la situazione è diventata ancora più complicata. “Noi pendolari stiamo pagando per un servizio inadeguato”, dice. Possiede un abbonamento under 26 che le costa 45 euro al mese e desidera poter contare sulla puntualità degli spostamenti per raggiungere l’università, ma ogni giorno deve affrontare l’incertezza.

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