Sofia Gottardi: la giovane comica autistica che conquista il palco con il suo stile metal e la sua autoironia
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Nel 2022 ho ricevuto la notizia che sono autistica, e questo mi ha reso molto felice. Prima della diagnosi, mi sentivo un po’ inadeguata, dato che c’erano molte dinamiche sociali che non comprendevo. Sofia Gottardi, una giovane comica del 1996 originaria di Vicenza, rappresenta un fenomeno nel mondo della stand-up. Con il suo stile metal e un’enorme platea di follower, riesce a conquistare il palco con la sua autoironia. Nei suoi spettacoli, affronta tematiche come molestie e dipendenze con un sorriso, mentre gioca anche con elementi della cultura veneta.
Ma che cos’è esattamente la stand-up? In Italia, è vista come un tipo di monologo che si distingue per la sua autenticità e per il fatto che il comico esprime liberamente il proprio pensiero, senza filtri. Questo è un forte contrasto con altri stili comici che incorporano varietà e animazione in modo più tradizionale.
Quando ha capito di avere un talento per la comicità?
A quindici anni ho creato il mio primo monologo. Mi è stato chiesto di presentarlo, ma purtroppo ho perso gli appunti. Solo due anni dopo, ho partecipato a un open mic e quella è stata la mia prima esperienza di esibizione, avvenuta nel 2014. Ho iniziato presto, anche se avevo pochi amici.
Perché solo recentemente ha scoperto la sua condizione autistica?
Sebbene mia madre e il mio psicologo avessero notato alcuni indicatori, non era mai stato approfondito. C’erano troppe situazioni nella mia vita adulta che non riuscivo a comprendere, così ho deciso di intraprendere un percorso di diagnosi un paio di anni fa, che ha confermato la mia autismo e ADHD. Queste caratteristiche mi danno una capacità di concentrazione elevata, soprattutto quando mi dedico a ciò che mi appassiona. Tuttavia, gestire la mia energia sociale è più complicato e spesso mi costringe a rifiutare inviti per focalizzarmi sul lavoro.
Viviamo immerse in un sistema capitalistico dove ogni valore si misura attraverso le prestazioni.
Professionalmente, riesco a gestire tutto, e dall’esterno sembra che stia andando alla grande. Tuttavia, interiormente potrei essere in difficoltà. L’ambiente in cui operiamo è maschilista? Sì, ma non riguarda solo il mondo della stand-up; è un riflesso della società. Io mi considero fortunata, ma ho notato che la presenza di una donna sul palco altera l’atteggiamento del pubblico maschile. A volte sembra che fatichino a relazionarsi, come se le mie parole potessero riguardare solo il pubblico femminile, ed è una questione non da poco.
Riguardo al politicamente corretto
credo che ogni situazione richieda un’analisi specifica: ci sono occasioni in cui un comico fa affermazioni inappropriate che rivelano un’ignoranza di fondo, mentre in altre è semplicemente una questione di provocazione. Personalmente, mi trovo spesso in conflitto su questo tema. Non desidero mettere in difficoltà le minoranze, poiché anche io ne faccio parte.
Come si vive nel mondo della comicità?
Non sono ricca, ma ho deciso di dedicarmi totalmente a questo campo senza intraprendere lavori che non siano legati alla comicità. Sono autrice, attrice e insegnante di scrittura comica. Nei prossimi mesi? Su Instagram troverete tutte le date. In novembre terrò anche un workshop presso l’Accademia del Comico. E riguardo alla musica metal, sì, continuo ad ascoltarla, insieme ad altri generi. Il malessere esistenziale è qualcosa che mi accompagnerà sempre.