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Una notte di violenza ha scosso Novate Milanese, caratterizzata da abusi domestici nei confronti di una donna, la preoccupazione dei suoi figli e l’irruzione di Maksim, culminata in un tiro di pistola

Novate Milanese (Milano) – In un appartamento di questa zona, sembrerebbe che discussioni, anche di stampo violento, fossero all’ordine del giorno. Un uomo albanese di 45 anni, con un passato pulito e impiegato come autotrasportatore, viveva insieme a una donna ucraina di 39 anni. Hanno insieme una figlia di sei anni, mentre lei ha portato in Italia, in seguito all’inizio del conflitto in Ucraina, due altri figli, di 15 e 18 anni, avuti da una relazione precedente.

Nella notte tra sabato e domenica, un’altra violenta lite ha avuto luogo: durante il conflitto, l’uomo ha esploso un colpo di pistola colpendo il figliastro, maggiorenne. Attualmente, il giovane è in condizioni critiche presso l’ospedale Niguarda di Milano.

L’episodio si è verificato intorno alle 3.30 nel loro appartamento situato in via XXV Aprile, una zona residenziale a breve distanza dal centro di Novate Milanese. Secondo l’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Rho, il litigio tra la donna e il suo compagno sarebbe sorto per motivi che devono ancora essere accertati, ma si suppone possano essere legati alla dinamica familiare complicata creatasi con l’arrivo dei figli ucraini.

Dopo un litigio acceso, sono seguiti schiaffi e spintoni. Le grida della madre hanno risvegliato la figlia e il fratellastro quindicenne, che si trovavano nella camera accanto. Il ragazzo ha tentato di difendere la madre, ma il 45enne ha reagito anche contro di lui con minacce e violenza. A quel punto, il giovane è uscito rapidamente dall’appartamento e ha cercato il fratello maggiore, Maksim B., che si trovava con alcuni amici. Dopo avergli raccontato la situazione, Maksim ha chiesto ai suoi amici di seguirlo.

I ragazzi sono corsi su per le scale e, arrivando nell’appartamento, la madre ha cercato di dissuadere il figlio dall’agire impulsivamente. Tuttavia, le parole sono state vane. Il gruppo è riuscito a contenere momentaneamente il 45enne, ma, all’improvviso, lui ha estratto una pistola – una Beretta 84, posseduta illegalmente e rubata nel 2013 a Sassuolo. In pochi secondi ha sparato un colpo al giovane, colpendolo tra il collo e la clavicola.

Un clima di paura e angoscia ha avvolto la scena. Gli amici del giovane di 18 anni fuggono in preda al panico, mentre una donna rinchiude i suoi due figli nella camera da letto. Il ragazzo colpito è crollato al suolo; un proiettile ha danneggiato una sua arteria e sta perdendo un’enorme quantità di sangue. Intorno alle quattro di notte viene fatta una telefonata al 112. Gli agenti dei carabinieri e un’ambulanza raggiungono rapidamente via XXV Aprile. Dopo le prime cure fornite nell’immediato, il giovane ferito è trasferito d’urgenza all’ospedale per un’operazione chirurgica, ma le sue condizioni risultano critiche e la sua vita è in pericolo. I carabinieri arrestano l’uomo coinvolto e lo portano in caserma per un’interrogazione condotta dal pubblico ministero Paolo Storari. Gli inquirenti si recano nell’appartamento per raccogliere prove e sequestrano la pistola, il bossolo e altre 40 munizioni della stessa marca che erano custodite all’interno. La donna è stata ascoltata dalle autorità. L’uomo di 45 anni è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, detenzione illegale d’armi e ricettazione, e successivamente trasferito nel carcere di San Vittore. Il pubblico ministero, verificando l’assenza di maltrattamenti da parte dell’uomo nei confronti della sua compagna, presenterà la richiesta per convalidare l’arresto al giudice delle indagini preliminari.

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