Rischio distorsione prove: omertà, minacce e dichiarazioni reticenti. Connessione tra gruppi calcio milanesi svelata. Interrogatori conclusi, alcuni scelgono di non rispondere. Sospetti omicidio '92 e chiarimenti prestanome
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Il rischio di distorsione delle prove, messo in evidenza dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, deriva anche da un “clima di omertà che ha caratterizzato l’inchiesta”. Coloro che hanno subito minacce ed estorsioni si sono astenuti dal denunciare, oppure hanno fornito “dichiarazioni parzialmente reticenti per paura di vendette”.
Affare della Sardegna e le affermazioni dell’Fc Internazionale
Tra i diversi eventi menzionati, emerge il cosiddetto “affare della Sardegna” e le affermazioni di alcuni membri dell’Fc Internazionale, i quali negano di aver ricevuto minacce gravi.
Intimidazioni a un venditore di panini
Tra i documenti dell’inchiesta figurano anche le intimidazioni a un venditore di panini, da parte di un esponente di spicco della curva Sud del Milan: “Se intendi vendere panini a San Siro, comportati bene, altrimenti scommettiamo che ci sarà una lite?”, urlava Riccardo Bonissi, figura di riferimento nel Direttivo della Curva Sud.
Connessione tra i gruppi direttivi delle squadre di calcio milanesi
Gli inquirenti hanno messo in evidenza, sulla base di quanto emerso nel corso delle indagini, “la forte connessione esistente tra i due gruppi direttivi delle squadre di calcio milanesi, che, sebbene formalmente in disaccordo, nella realtà comunicano, si scambiano informazioni, pianificano la divisione dei profitti, costituendo un’unica organizzazione criminale che, solo apparentemente, è frazionata”.
Ieri si sono conclusi anche gli interrogatori di garanzia per gli arrestati: cinque di loro hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre un sesto ha riconosciuto le accuse relative a una presunta finta intestazione con l’aggravante di favoreggiamento mafioso.
Interrogatorio di Gianfranco Ferdico
Il giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro ha visitato Opera per interrogare Gianfranco Ferdico, padre di Marco, uno dei leader ultrà dell’Inter, assieme a Renato Bosetti e Giuseppe Caminiti.
Bellocco, in relazione alla ‘ndrangheta, è sospettato dell’omicidio di Fausto Borgioli, avvenuto nel 1992, associato alla banda di Francis Turatello. I tre, insieme ad altri due in arresti domiciliari, sono stati chiamati al palazzo di giustizia ma non hanno fornito risposte. D’altra parte, Cristian Ferrario, considerato prestanome di Andrea Beretta, leader dei tifosi nerazzurri, e di Antonio Bellocco, assassinato da Beretta un mese fa, avrebbe invece chiarito la sua posizione senza smentire le accuse.