Bubbiano (Milano) – La narrazione presentata dalle parti civili presenta numerose incongruenze, e non è stata fornita evidenza sufficiente per dimostrare la sussistenza dei reati contestati. Queste sono le ragioni espresse dai giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano, che hanno deciso di assolvere l’imprenditore brianzolo Fernando Trevisan, di 67 anni, dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di tre sue dipendenti. Trevisan, proprietario di un’azienda di pulizie a Bubbiano, era stato inizialmente condannato a dieci anni di carcere dal tribunale di Pavia; in un primo appello la pena era stata ridotta a sette anni e sei mesi, ma la sentenza era stata annullata dalla Corte di Cassazione a causa dell’assenza della testimonianza del perito che si occupava dei tabulati telefonici, oltre alla necessità di esaminare più a fondo le ragioni di rancore delle donne nei suoi confronti, legate a questioni di pagamenti e contributi. La nuova fase del processo si è conclusa con un’assoluzione. I giudici hanno evidenziato che le dichiarazioni delle denunciatrici non erano coerenti né con i tabulati telefonici, né con le testimonianze presentate in aula. Per esempio, la prima denunciatrice aveva accusato Trevisan di una relazione non consensuale, ma i dettagli del racconto non trovano conferma: infatti, l’analisi dei tabulati ha mostrato che, durante l’intervallo di tempo in cui si affermava fossero insieme, i loro telefoni stavano agganciando ripetutamente celle di località diverse.
La Corte ha fatto notare che sono emerse incongruenze da parte di due delle donne che hanno presentato denuncia, riguardo alle loro esperienze lavorative e le ragioni dei conflitti con l’imprenditore, questioni che sono state oggetto di alcune intercettazioni telefoniche. Il Collegio puntualizza di non voler affermare che le donne abbiano sviluppato un piano accurato e diffamatorio nei confronti dell’imprenditore. Tuttavia, si ritiene ragionevole avere dei dubbi sulla veridicità dei fatti denunciati, poiché le loro testimonianze risultano piene di “contraddizioni, omissioni e elementi poco plausibili” e vengono “seriamente contestate dall’analisi dei dati telefonici” e dalle “dichiarazioni fornite da altri testimoni”.