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Nel 2023, a Milano, si è verificata la fuga dell’imprenditore russo Artem Uss. I tre giudici che avevano autorizzato gli arresti domiciliari sono stati prosciolti dal Consiglio superiore della magistratura

Prosciolti i giudici di Milano nel caso Uss: Accuse invalidate, assoluzione confermata dalla Corte d'Appello

Milano, 4 ottobre 2024 – I tre giudici della Corte d’Appello di Milano sono stati prosciolti dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Questi magistrati erano stati accusati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in relazione al caso di Artem Uss, un imprenditore russo, figlio di un oligarca vicino a Putin, che ha violato gli arresti domiciliari a Milano lo scorso anno per poi rifugiarsi a Mosca.

Procedura per l’estradizione negli Stati Uniti

La sezione ha accolto la richiesta della Procura generale della Cassazione, la quale sosteneva l’innocenza dei giudici, che avevano deciso di concedere a Uss la detenzione domiciliare mentre si attendeva la conclusione della procedura per la sua estradizione negli Stati Uniti.

Assoluzione per non aver commesso il fatto

Per Micaela Serena Curami, Stefano Caramellino e Monica Fagnoni, è stata quindi dichiarata l’invalidità delle accuse, una formulazione che nel diritto penale equivale a un’assoluzione per non aver commesso il fatto.

Artem Uss è stato catturato all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022 e, successivamente, è stato spostato dal penitenziario di Busto Arsizio alla propria residenza a Basiglio. È evaso il 22 marzo 2023, poco dopo che era stata approvata la sua estradizione verso gli Stati Uniti. La corte di palazzo Bachelet ha accolto la domanda presentata dalla Procura generale della Cassazione, con Mariella De Masellis che, al termine del dibattito, ha chiesto l’assoluzione, sottolineando che “l’addebito è stato escluso” e che questa posizione è in linea con le indicazioni precedentemente offerte dall’Ufficio. Quest’ultimo aveva già chiesto di non procedere nei confronti dei tre giudici milanesi, assistiti in ambito disciplinare da Giuseppe Ondei, Claudio Castelli e Domenico Airoma. Il procuratore generale De Masellis ha evidenziato che, contrariamente a quanto affermato nella seconda relazione ispettiva, non sussistono motivi per ritenere un atteggiamento di grave negligenza. Ha inoltre notato che le autorità competenti non hanno considerato inadeguata l’ordinanza della Corte d’Appello di Milano e che non è stato presentato ricorso alla Cassazione; persino il ministero della Giustizia ha deciso di non richiedere la custodia cautelare.

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