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La trasformazione delle famiglie: le famiglie numerose sembrano ormai scomparse

Negli ultimi settant’anni, la struttura delle famiglie in Italia ha subito trasformazioni significative. Nel 1951, il 20,1% delle famiglie era composto da sei o più membri; oggi questa percentuale è scesa a solo l’1,2%. Al contrario, le famiglie unipersonali sono aumentate drasticamente, passando dal 9,5% al 37,4%.

Nel censimento del 1951, oltre alla percentuale di famiglie numerose, il 20,7% era costituito da famiglie di tre membri e il 9,5% da persone sole. Nel 1971, la percentuale di famiglie con almeno sei membri si riduce notevolmente al 9,7%, mentre quelle formate da due, tre e quattro membri raggiungono rispettivamente il 22,0%, 22,4% e 21,2%. Anche le famiglie unipersonali diventano più comuni, rappresentando il 12,9% del totale.

Passando al censimento del 1991, notiamo che le famiglie di due componenti si affermano come le più numerose con il 24,7%, e le famiglie unipersonali salgono al 20,5%, mentre quelle con sei o più membri crollano al 3,4%. Il censimento del 2011 ci mostra che le famiglie numerose sono ormai una rarità, costituendo solo l’1,4% del totale, mentre le unipersonali raggiungono il 31,2%, seguite da quelle di due membri con il 27,1%.

E giungiamo al 2022: le famiglie unipersonali rappresentano il 37,4%, le famiglie di due componenti rimangono stabili, mentre quelle di tre scendono al 17,6%. Le famiglie con sei o più persone diventano un ricordo, attestandosi all’1,2%. Qual è però il quadro economico attuale? Si osserva una diminuzione dei redditi reali, influenzata dall’inflazione.

Nel 2023, la percentuale di individui che si trova a rischio di povertà o esclusione sociale è del 22,8%, mostrando un incremento leggero dei soggetti che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, passata dal 4,5% al 4,7%. Inoltre, nel 2022, il reddito medio delle famiglie ha raggiunto i 35.995 euro, registrando un incremento nominale del 6,5%, ma evidenziando una significativa diminuzione in termini reali del 2,1%.

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