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Sabato 5 ottobre si prevede un altro sciopero dei mezzi pubblici: potrebbero essere interessati metro, tram e autobus

Il sindacato Orsa ha proclamato un nuovo sciopero dei trasporti per sabato 5 ottobre. Questo sciopero, che durerà 24 ore, potrebbe comportare interruzioni dei servizi di metro, tram e bus a Milano. Questa nuova giornata di protesta segue le mobilitazioni già svoltesi il 9 e il 20 settembre.

Il motivo principale dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori dei mezzi su gomma e su ferro. A causa di questo, il sindacato ha annunciato che coinvolgerà l’intero settore dei trasporti pubblici locali.

A Milano, si prevede che il servizio possa essere interrotto nelle fasce orarie abituali, ovvero dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio. Durante lo sciopero, le cinque linee della metropolitana potrebbero essere chiuse parzial o totalmente, cosa che potrebbe causare ritardi anche su bus, tram e filobus.

Orsa Tpl ha spiegato che i lavoratori vogliono mettere in luce i problemi principali del loro contratto di lavoro, tra cui i diritti, la sicurezza e un salario adeguato. Secondo il sindacato, i carichi di lavoro sono in aumento, così come le responsabilità civili e penali, e non c’è un riconoscimento economico adeguato. Il sindacato ha inoltre evidenziato il problema delle frequenti aggressioni sul luogo di lavoro, che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori, problema che si aggrava ulteriormente con salari non aggiornati all’inflazione.

Le imprese vengono criticate dal sindacato per violare i privilegi fondamentali dei dipendenti, con la complicità delle associazioni dei padroni e l’apatica reazione del governo. Secondo Orsa, questo scenario sta causando una diminuzione progressiva di persone attive in questa professione, la quale sta perdendo manodopera ogni anno a causa delle condizioni di lavoro sempre più inaccettabili.
I recenti aggiornamenti contrattuali, sostiene il sindacato, sono stati completamente inadeguati sia in termini economici che normativi. Orsa chiede alla fine una risposta tangibile sia dal governo che dalle imprese.

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