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La comunità ebraica di Milano esprime preoccupazione per l’apparizione di cartelli anti-Segre, affermando di essere vicini a una situazione pericolosa di persecuzione ebraica

Il 28 settembre 2024 a Milano, Walker Meghnagi, a capo della comunità ebraica della città, ha espresso profonda preoccupazione riguardo la crescente ostilità verso gli ebrei e le istituzioni religiose e non religiose ebraiche. Meghnagi ha commentato sulla presenza di manifesti anti-ebraici durante un evento di supporto per la Palestina che si è svolto di recente. Ha evidenziato che la crescente severità di questi atti dimostra l’assenza di un limite di inaccettabilità, creando un ciclo di odio antisemita e richiami genocidi comparabili a quelli perpetrati dai regimi nazi-fascisti degli anni ’30 e ’40 del XX secolo.

In vista del 7 ottobre, anniversario dell’inizio del conflitto, Meghnagi ha chiesto il sostegno delle istituzioni. Ha esortato il governo italiano, a cui ha espresso gratitudine per il rispetto e l’appoggio mostrato, a intraprendere azioni preventive e di contrasto, nel caso in cui tali manifestazioni si dovessero verificare ancora. Invita anche i partiti di opposizione a distanziarsi da eventi che alimentano la tensione e a lavorare attivamente per limitare le modalità e i contenuti di queste dichiarazioni.

In aggiunta, Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano, e la Brigata ebraica di Milano stessa hanno espresso il loro disappunto per l’onda crescente di odio, citando anche minacce personali indirizzate alla senatrice Liliana Segre.

“Mi chiedo come il nostro esecutivo possa interferire su ogni cosa”, ha detto, “ma permetta a queste persone di assalire chi ha già subito, in maniera inestimabile, a Auschwitz. Questi individui sono così crudeli da dare esplicitamente sostegno a un’entità mafiosa e terroristica quale è Hezbollah, che è anche implicata in narcotraffico e riciclaggio di denaro, secondo la Dia”. Forti critiche sono venute da rappresentanti politici, associazioni e la comunità in generale. Tra i bersagli dei dimostranti c’erano non solo la Senatrice Segre, ma anche Crosetto, J. Elkann, Giubilei, Pacifici e Carrai.

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