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Dopo la gara di calcio dei giovani a Cinisello, i genitori perdono il controllo e attaccano i giocatori avversari, provocando una situazione di caos. Due ragazzi sono stati portati all’ospedale a seguito dell’incidente

A Cinisello Balsamo (Milano), si è verificata una situazione ai limiti della follia in uno dei campi di calcio periferici che ospitano i campionati giovanili durante il weekend. Durante una partita tra il Città di Cinisello e l’Ausonia Academy, per la seconda giornata del campionato provinciale Allievi Under 16, si è sviluppato un clima di forte tensione. I momenti decisivi hanno avuto luogo nel finale della partita, alla fine della quale è stato segnato un pareggio da 2-2. Inizialmente, ci sono state alcune tensioni verbali in campo con i giocatori che si provocavano a vicenda. Alla fine del match, però, le cose sono degenerate. Durante una sparatoria che ha visto la partecipazione dell’allenatore Lobrace per soccorrere un giocatore ferito dell’Ausonia Academy, si è scatenata una rissa tra i giocatori. A farne le spese sono stati il capitano della squadra locale e un giocatore della squadra ospite, entrambi espulsi. Ma la situazione è peggiorata ancora quando, mentre le squadre cercavano di ritirarsi negli spogliatoi, sono entrati in scena due genitori che, non autorizzati e non nelle liste, hanno invaso l’area tecnica. Questi eventi hanno portato ad un pomeriggio indimenticabile al centro sportivo comunale Crippa di Via dei Lavoratori 51 e al ricovero in ospedale di un dirigente e del preparatore atletico. Un 15enne ha anche affermato di essere stato colpito a testa bassa da un membro della squadra avversaria. Una giornata che più che una partita di calcio, sembrava una scena di guerra.

L’allenatore dell’Ausonia, Lobrace, racconta di un violento attacco su i suoi ragazzi. Non solo, un dirigente del suo team e, principalmente, un giovane allenatore atletico sono stati brutalmente assaliti. Prima l’allenatore atletico Popescu è stato abbattuto, poi un pugno ha colpito il dirigente Matteo Mattei. Entrambi sono stati soccorsi e portati all’ospedale: Popescu al Fatebenefratelli, dove, dopo esser stato dimesso, è emerso che avrebbe bisogno di una settimana per riprendersi da un trauma cranico; Mattei è stato trasferito al San Raffaele e tenuto sotto osservazione fino a tardi.

Popescu, ancora visibilmente scosso, descrive la sua esperienza: “Mi hanno appena fatto la tac per il pugno preso sulla testa. E’ assurdo quello che è successo: stavo solo cercando di separare i calciatori eccitati e sono stato attaccato alle spalle e preso per il collo da un dirigente avversario. Poi sono stato colpito da un pugno alla testa, non ho potuto identificare chi l’ha fatto. Quando mi sono ripreso e ho cercato di tornare negli spogliatoi, uno dei nostri giocatori mi ha detto che anche lui era stato colpito con una testata da un dirigente della squadra avversaria. Subito dopo, il nostro dirigente Mario ha ricevuto un forte pugno all’occhio, il sangue sgorgava dal suo sopracciglio. Abbiamo cercato di identificare gli aggressori, probabilmente genitori, attraverso le telecamere presenti sul posto, ma la nostra richiesta è rimasta senza risposta e nessuno sapeva chi fossero le altre persone che hanno partecipato all’aggressione. E’ stato orribile”. L’allenatore Lobrace conferma l’accaduto, rimanendo negli spogliatoi fino alle 19, due ore dopo la fine della partita, nelle speranze di ottenere spiegazioni dalla squadra di casa.

In una partita di calcio, i giovani giocatori sono rimasti spaventati quando alcuni adulti hanno cercato di aggredirli. Ciò che ha aumentato la gravità della situazione è stato l’atteggiamento di negazione che abbiamo riscontrato: non c’era nessuno disposto a riconoscere l’accaduto, con il presidente che insisteva sostenendo che le telecamere non funzionavano e quindi era impossibile identificare i responsabili. Tuttavia, abbiamo testimoniato con i nostri occhi che i colpevoli erano i genitori e i dirigenti che erano presenti non per caso, tra le circa cinquanta persone presenti all’evento. Anche l’arbitro pare aver visto tutto, ma ha rimarcato che certi comportamenti rientravano nella categoria ‘extracampo’ e di conseguenza non poteva intervenire. Nonostante la richiesta di chiarimenti alla rappresentanza milanese del Comitato Regionale Lombardo della Figc, sono state date le stesse vaghe risposte. Il Città di Cinisello ha negato di riconoscere le persone che hanno agito con violenza. Saranno intrapresi provvedimenti legali nelle prossime ore. Speriamo che il Città di Cinisello collabori per individuare gli autori di tali azioni deprecabili che hanno trasformato un sereno pomeriggio sportivo in un brutto ricordo per questi ragazzi di quindici anni.

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