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A Milano, si manifesta un’opposizione al Ddl sicurezza, affermando che “Soffoca qualsiasi tipo di disaccordo”

In risposta al Ddl Sicurezza, una manifestazione di protesta è stata organizzata da Cgil a Milano. Secondo il segretario generale della Cgil Milano, Luca Stanzione, tale legge, approvata in prima lettura dalla Camera dei Deputati, predisporrebbe la repressione di qualsiasi forma di protesta e la consequente criminalizzazione di larghi settori della società civile, soprattutto di quelli più vulnerabili. Durante il raduno di mercoledì presso la Camera del Lavoro di Milano, il segretario ha criticato anche il fatto che questa non sia la prima legge a trattare l’immigrazione come un reato, a considerare il conflitto sociale come un atto sovversivo, e ad applicare pene severe sulla vita delle persone. La manifestazione si è svolta con un corteo nella zona di San Babila, attirando migliaia di persone da tutto il paese. La legge del governo Meloni prevede l’introduzione di 13 nuovi reati e relative aggravanti.

“Sopprime la discrepanza sia individuale che collettiva in contesti pubblici sereni, allo scopo di contrastare qualsiasi tipo di protesta e demoralizzare il senso civico: che si tratti del problema del riscaldamento globale, della pace, delle rivendicazioni dei lavoratori a favore della dignità del loro lavoro, o degli studenti che desiderano un futuro diverso. Peggiora la situazione dei detenuti, ignorando le condizioni disumane in cui vivono e che sono il fattore principale delle recenti rivolte, dei decessi e dei suicidi. Si scaglia crudelemente contro donne incinte e bambini, abusando del castigo carcerario. Opera nel campo della repressione, infliggendo punizione su punizione, rendendo improbabile qualsiasi tentativo di rieducazione e reintegrazione, come dovrebbe essere nella nazione che ha dato vita a Cesare Beccaria”, ha proseguito il rappresentante comunale.

“Allo stesso tempo, non si preoccupa della sicurezza nelle città, non mantiene le promesse di fornire un valido supporto territoriale da parte delle forze dell’ordine e non impegna risorse per la coesione sociale. In pratica, cancella decenni di progresso in termini di diritti sociali e umani, tradendo lo spirito che aveva ispirato l’Assemblea Costituente nel redigere una Costituzione repubblicana e democratica, come netta rottura con la repressione del regime fascista autoritario. Per questo – ha concluso Stanzione – invitiamo i cittadini a riunirsi affinché la democrazia prevalga ancora una volta sulla repressione. È ora di mobilitarsi”.

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