È un vezzo tipico milanese quello di rivoltare rapidamente ciò che stava finalmente iniziando a funzionare. Questo potrebbe essere dovuto all’usanza locale di considerare l’inizio vero e proprio dell’anno a settembre, post vacanze estive, in quel momento in cui nella città più dinamica d’Italia l’entusiasmo per un nuovo inizio è tangibile. Potrebbe anche essere un modo per offrire novità a coloro che ritornano da spettacolari tramonti marittimi, o magari è semplicemente una radicata abitudine di “intervenire” su ogni cosa. La realtà è che durante questo periodo si è costretti a conformarsi, sia al ritmo preesistente della metropoli che al nuovo ritmo che essa stessa impone. Prendiamo come esempio i caffè, i bar, i luoghi di incontro comuni. Se fino a giugno-luglio eri avvezzo alla tranquillità del tuo angolo prediletto, a settembre avrai modo di capire il concetto di trasformazione degli spazi, una competenza in cui gli architetti milanesi si distinguono, con massiccio utilizzo di marmi, specchi, profili in plastica, luci di tutti i tipi e altoparlanti nascosti ad ogni angolo per far risuonare techno music, rap e altre delizie. Avevi un locale semplice a portata di mano, che apprezzavi per la sua sobrietà e dove passavi qualche momento di relax da solo o in compagnia di un amico, chiacchierando senza la necessità di alzare la voce? Beh, dovrai abituarti alla nuova “zona comfort” pensata per te e realizzata ad agosto, mentre immaginavi che anche a Milano fossero tutti in vacanza e nessuno lavorasse. Tuttavia, hai sbagliato, perché in questa città i cantiere non chiudono mai e architetti e designer sono sempre pronti a sconvolgere il presente per offrirti un futuro migliore.
A Milano, l’evidenza di questa costante manipolazione e riutilizzo dei suoi edifici preesistenti si vede chiaramento nella sua archeologia: non c’è nulla di intatto nei suoi ritrovamenti, in quanto tutto (a parte le Colonne di San Lorenzo) è stato alterato e riadattato per favorire una nuova percezione della vita cittadina.