Milano, il 25 settembre 2024 – Non si parla più di Napoli, la città che ha dato origine alla pizza. Adesso, è Milano che si pone come campo di battaglia per coloro che creano Margherite e Capricciose. A influenzare la creazione di questi piatti sono prevalentemente chef stellati e stilisti che, in Milano, sono all’ordine del giorno. I loro prezzi sono ben al di sopra di quelli che si potrebbero riscontrare nelle pizzerie dei Quartieri Spagnoli. E lo confermano loro stessi: “La nostra pizza non è comune e corrente”. Questa affermazione si può facilmente verificare da i prezzi esposti nel menù: una Margherita o una pizza con verdure preparata da Cracco costa 25 euro, mentre alla tanto discussa Crazy Pizza di Flavio Briatore si spendono 17 euro (anche se il prezzo può salire fino a 68 euro per la pizza con prosciutto Pata Negra). Infine, Philipp Plein sorprende tutti con la sua pizza al Dom Pérignon, a 1.500 euro. “Si paga lo champagne, e il resto della bottiglia ve lo serviamo al tavolo, quindi la pizza è praticamente un omaggio”, ironizza il designer tedesco, appena inaugurato suo The Plein Hotel in via Manin, a Milano, un albergo di lusso 5 stelle con 4 ristoranti interni.
L’influenza tedesca si unisce alle bollicine francesi nel creare la pizza più cara di Milano, un lusso culinario che si distingue per il suo impasto al Dom Pérignon, tartufo e bresaola di Wagyu. Questo piatto, notevole per la sua sottile e fragrante crosta centrale e il contorno leggermente rialzato, sta attirando molta discussione sui social ultimamente. Il ristorante Philipp’s inizia le prenotazioni e da giovedì si avrà l’opportunità di assaporare questa pizza insieme ad altri piatti squisiti del menù del famoso chef Roberto Conti. “Non stai solo ordinando una pizza,” insiste Plein, “è un’esperienza culinaria incomparabile. La qualità è superiore, il cibo offre un standard molto alto.” A Milano, la competizione culinaria si intensifica, in particolare tra gli chef stellati, con la pizza spesso venduta a prezzi poco tradizionali. Un esempio è la “Crazy Pizza” sulla Via Varese, in Moscova, un locale gourmet aperto due anni fa da Briatore, e che ha scatenato molte controversie per i suoi costi elevati, un tratto comune in tutti i ristoranti della catena, da Roma a Napoli.
Il cambiamento è drastico con l’introduzione del Prosciutto Pata Negra. La pizza Margherita ha un prezzo di 17 euro, mentre la Vesuvio – con ingredienti tra cui la mozzarella di Bufala, provola affumicata, pomodorini del Piennolo Dop, provolone del Monaco Dop e basilico – costa 34 euro. Stesso costo per le pizze Catalana, Bufalina e San Daniele. Si nota un aumento significativo per la pizza con prosciutto Pata Negra, con un prezzo di 68 euro. Per la pizza complementata dalla crema al tartufo, scaglie di tartufo nero fresco e bufala, è richiesto un costo di 55 euro. Secondo gli appassionati delle creazioni di Briatore, non stiamo parlando solo di pizza, ma di uno vero e proprio spettacolo. Durante la cena, non è raro vedere il pizzaiolo girare l’impasto in aria. Carlo Cracco, con il suo bistrot nella Galleria Vittorio Emanuele II, fino a qualche anno fa proponeva la pizza Cracco a 25 euro. Questo era visto come un insulto alla povertà, ma oggigiorno, rispetto alle offerte dei concorrenti menzionati sopra, non è sicuramente la pizza più costosa della città. Ci potrebbe essere una reazione interessante dei pizzaioli dei takeaway milanesi, dove la margherita costa in media 6 euro…