Dire che è una strada a forma di formaggio svizzero potrebbe sembrare un’esagerazione: ma il percorso da Cascina Folla verso la Strada consortile di Ponte Sesto e fino all’Abbazia di Chiaravalle è senza dubbio tra le condizioni più critiche delle strade sul lato sud di Milano. Da almeno un decennio non ha ricevuto manutenzione, e le buche sono così numerose che risulta impossibile contarle. Per attraversare questo tratto di strada lungo circa due chilometri, è necessario avere auto con sospensioni robuste ed essere molto prudenti, in quanto il manto stradale è estremamente irregolare e danneggiato al punto che c’è il rischio di uscire di strada. La strada è generalmente molto affollata e abbastanza stretta tale che due automobili potrebbero riscontrare difficoltà nel passare fianco a fianco. In realtà, questo è un collegamento tra Opera, Rozzano e Fizzonasco, spesso utilizzato come alternativa dagli automobilisti quando la tangenziale ovest è intasata. Sebbene il limite di velocità sia di 50 chilometri all’ora, molti non lo rispettano, il che provoca frequenti incidenti. A dir la verità, la situazione non è molto migliore per il tratto autostradale della via del Mare, che collega la A7 a piazza Maggi nella città di Milano. Qui l’uscita che conduce al parcheggio di Famagosta e all’ospedale San Paolo, oltre a essere ostruita da cespugli che restringono la strada, è plagata da buche. “Le strade di Opera sono un disastro, non possiamo limitarci a dire che solo le zone periferiche, che collegano la città ai comuni limitrofi, sono in cattive condizioni: anzi, la situazione è critica anche all’interno della città” – riferisce ex sindaco Ettore Fusco.
Il collegamento stradale tra Opera e Fizzonasco, proseguendo poi verso le nostre cascine Montalbano e Folla, è in condizioni pessime. Si trova in uno stato ancora peggiore rispetto alla strada per Rozzano che, a sua volta, è caratterizzata da un traffico notevole e da fossati situati troppo vicino ai bordi della strada, causando buche e dislivelli che spesso provocano derapate e uscite di strada. Non ci è chiaro come sia possibile non intervenire. Inoltre, ci chiediamo come abbia fatto il Comune ad avere il coraggio di restituire alla Regione Lombardia un finanziamento di mezzo milione che avrebbe dovuto impiegare per la rimessa in sesto delle strade.