Uniti di nuovo, per preservare l’Inter e i suoi tifosi. Questo è l’inizio del messaggio che la Curva Nord dell’Inter ha inviato, attraverso Instagram, agli ultrà in seguito alla morte di Antonio Bellocco, uno dei leader della curva e membro del clan di Rosarno, assassinato a Cernusco sul Navigilio il 4 settembre dal capo ultrà Andrea Beretta. Dopo questi tragici eventi, che nonostante non fossero legati al comportamento dei frequentatori della curva, hanno turbato profondamente il nostro ambiente, ci siamo presi un periodo di riflessione necessario. Grazie all’impegno incessante di chi ha guidato la Nord negli ultimi due anni, abbiamo dimostrato di che livello sia il nostro supporto e il risultato è visibile a tutti. Tuttavia, abbiamo deciso di cambiare direzione, come si può leggere nel comunicato che si trova anche nei profili privati dei leader della curva nerazzurra. Dopo una profonda riflessione, abbiamo sentito l’esigenza di inviare un segnale forte, mettendo al centro dei nostri sforzi i valori che uniscono i tifosi della Nord con un nuovo leader motivato e pronto a prendere in carico l’importante responsabilità senza disperdere quello che è stato ottenuto fino ad ora, come riportato nel comunicato diffuso pochi giorni prima della nomina del nuovo responsabile della Curva Nord. Era importante per noi dimostrare fin da subito che nei momenti difficili bisogna saper mostrare la forza delle persone, e Monza è stata un’importante prova, durante la quale, con l’aiuto di tutti, abbiamo dato la risposta più importante.
Ci teniamo a esprimere la nostra gratitudine a tutti quelli che, sostendendo il percorso del nord, hanno mostrato fiducia nel nuovo approccio che ha preso forma con l’obiettivo di non perdere di vista le numerose conquiste realizzate di recente sul fronte organizzativo. Ora, nonostante sappiamo bene che la finta scandalistica nei nostri confronti e tutto ciò che rappresentiamo non si fermerà, continueremo decisamente nel nostro percorsodall’importante impegno internazionale che ci aspetta a breve. La nostra unica richiesta è sempre quella di rimanere uniti, per formare quella comune resistenza così stimata e necessaria per chi considera il nostro emblema un valore da sostenere e proteggere per il nostro bene e quello dell’Inter, conclude la Curva Nord in vista del prossimo match in trasferta a Manchester mercoledì sera. Nella comunicazione non si fanno riferimenti ad Antonio Bellocco, il 36enne discendente della Ndrangheta assassinato, né ad Andrea Beretta, il leader degli ultrà che si trova ora in prigione accusato di omicidio. Come previsto, non ci sono allusioni alle ragioni del loro contrasto, eccetto l’indicazione che sia qualcosa al di fuori delle normali dinamiche di curva. Eppure, per gli investigatori, appare chiaro che fosse in gioco il controllo degli affari relativi allo stadio, con l’influenza esterna dei clan criminali che cercano di impossessarsi degli affari della curva. Beretta stesso, nelle sue dichiarazioni spontanee ai pm, ha discusso della pretesa di Bellocco di dividere i profitti del negozio di articoli da ultrà di Pioltello e, più in generale, dell’intento del clan Bellocco di inserire un suo rappresentante – Antonio, detto Totò – nel consiglio della curva interista.
Nell’ambito dell’amministrazione aziendale, gli investigatori ipotizzano che fosse sì una questione di affari, ma anche un tentativo di difesa da possibili interferenze di altri gruppi criminali. Tuttavia, questa barriera di difesa è crollata quando Vittorio Boiocchi è stato assassinato due anni fa proprio davanti alla sua abitazione.