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La morte e l’incendio nel salone di esposizione cinese: ecco perché la spiegazione del proprietario non è ritenuta credibile dagli investigatori

Milano – Il fascicolo d’inchiesta riguardante l’incendio del deposito di Via Cantoni, scoppiato la sera di giovedì e che ha causato la morte del giovane designer Pan An di 24 anni e dei fratelli Yinjie Liu e Yindan Dong di 18 e 17 anni, ha visto la Procura modificare l’accusa principale. Da ieri, l’attenzione è focalizzata su “strage” e sulle accuse presentate poche ore prima del disastro. Secondo le informazioni disponibili, il giorno e la mattina del 12 settembre, una persona avrebbe avvicinato i genitori del proprietario del deposito e li avrebbe minacciati con un coltello, esigendo un pagamento di 20.000 euro. Gli investigatori della Procura confermano che questa richiesta era collegata a un “debito” precedente, non correlato al racket sulla società.

La Denuncia
Secondo le prove, l’autore delle minacce sembrava provenire dal Nord Africa, ma gli investigatori hanno espresso dubbi sulla veridicità di tale affermazione. L’ipotesi proposta dalla Procura è che la persona coinvolta fosse un partner commerciale, italiano o cinese, con il quale avevano un debito. L’azienda infatti si occupava della realizzazione di arredamenti per bar e locali gestiti principalmente da cinesi. In questo ambito, i proprietari del magazzino potrebbero aver accumulato un debito con altre imprese.

Un aspetto cruciale di questa drammatica vicenda con diversi componenti non convenzionali riguarda l’origine dell’incendio. Sul fronte di indagine tecnica, i pompieri stanno cercando di determinare se il fuoco è stato avviato, come sembra più possibile, dalla parte del deposito più vicina all’entrata e alla strada, utilizzando un meccanismo di accensione cosiddetto “lento”, senza l’uso di acceleratori. Stanno inoltre indagando la possibilità che qualcuno possa avere causato il fuoco intenzionalmente, lanciando qualcosa attraverso la finestra. Un ulteriore e più dettagliato controllo verrà effettuato nel magazzino giovedì o venerdì. Cercatori canini in grado di localizzare traccie di acceleratori in presenza di concentrazioni molto basse saranno inviati dal comando dei vigili del fuoco di Palermo. Il rapporto finale dei pompieri sarà decisivo per comprendere chi e come ha causato l’incendio. L’esame delle telecamere di sicurezza dell’area è in corso.

Prossime fasi
Gli investigatori militari del Nucleo investigativo dei carabinieri stanno eseguendo verifiche, tra cui l’analisi dei conti delle imprese gestite dalla famiglia cinese, relative al capitolo dei debiti. Inoltre, sarà inevitabile il controllo dei telefoni. Nei giorni a venire, verrà eseguita l’autopsia sui corpi delle tre vittime, l’esame autoptico contribuirà a determinare l’orario approssimativo della morte e dell’incendio.

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