Poco più di due settimane dopo la terribile tragedia di Paderno Dugnano, nel Milanese, dove un adolescente di 17 anni ha assassinato il suo padre, la madre e il fratello di 12 anni a colpi di coltello, i nonni del ragazzo hanno avuto l’opportunità di incontrarlo. Nonostante lo shock di quello che è accaduto, che continua a essere un enigma, i nonni hanno deciso di non abbandonare il loro nipote e di sostenerlo in questo momento difficile.
Cinque giorni fa, il Tribunale per i Minorenni di Milano ha concordato, su richiesta dell’avvocato del ragazzo, un incontro tra lui e i suoi nonni. Questi ultimi, insieme agli zii del giovane, hanno espresso più volte il loro desiderio di stare al suo fianco e di sostenerlo durante il suo processo legale. L’incontro di oggi è stato toccante, caratterizzato da lacrime, parole e silenzi.
Dopo l’incontro, il 17enne è stato trasferito dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.
Durante un interrogatorio, il ragazzo aveva descritto un sentimento di disagio profondo che era cresciuto durante l’estate, un senso di alienazione dal mondo che lo aveva spinto a voler “cancellare tutta la mia vita di prima”. Nonostante ciò, ha affermato che non aveva nulla contro la sua famiglia in particolare e non ha fornito una ragione specifica per la sua terribile azione.
Nel corso delle indagini, l’avvocato difensore Amedeo Rizza fa affidamento su una consulenza psichiatrica, affidata a un esperto, per successivamente richiedere un’esame volto a determinare se il ragazzo, al momento del fatto, era affetto da una patologia mentale. La difesa sostiene, inoltre, che l’accusatore che insiste sulla premeditazione come aggravante, non sia sostenibile nel processo. Ciò è stato invece sostenuto dalla procuratrice ad interim per i minori a Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’imputazione di triplice omicidio. Tale aggravante è stata riconosciuta dal giudice per le indagini preliminari Laura Pietrasanta nel provvedimento cautelare.