È stato annunciato uno sciopero delle linee di trasporto pubblico a Milano: le corse di metro, autobus e tram dell’Atm potrebbero essere colpite. L’azione sindacale è programmata per il prossimo venerdì, mettendo a rischio i servizi di trasporto urbano della città.
Il 20 settembre è la data stabilita dai sindacati per l’agitazione nazionale dei dipendenti del settore dei trasporti pubblici. Secondo il sito del ministero, lo sciopero è stato organizzato da vari sindacati, tra cui Usb lavoro privato, Cub trasporti, Sgb, Cobas lavoro privato e Adl cobas, e durerà 24 ore.
Le conseguenze a Milano potrebbero includere la perturbazione dei sistemi di metropolitana, autobus e tram dell’Atm, come già accaduto il 9 settembre passato, quando la città era rimasta quasi senza servizio a partire dalle 18.
Secondo quanto comunicato da Atm, “a Milano le proteste del personale viaggiante e di gestione delle linee di superficie e metropolitane potranno iniziare dalle 8.45 fino alle 15.00 e riprendere dalle 18 fino al termine del servizio”. Ci saranno due intervalli di garanzia: i mezzi saranno disponibili dal inizio della giornata fino alle 8.45 e poi tra le 15 e le 18.
La ragione di questa giornata di protesta è per reclamare “salario, sicurezza e diritti”, aspetti fondamentali del programma di rinnovo del contratto che Usb lavoro privato ha proposto alle istituzioni e alle associazioni di datori di lavoro, come si può leggere nel comunicato lungo con cui il sindacato ha annunciato lo sciopero.
Nonostante le dure condizioni di lavoro siano continue e vengano segnalate costantemente dai lavoratori del settore, la maggior parte dei loro diritti viene continuamente violata. La politica disastrosa portata avanti da governi, associazioni di datori di lavoro e aziende si concentra sul sistemico depotenziamento del settore, rendendolo un lavoro dal quale tutti cercano di allontanarsi. Questo è ciò che rivela Usb. Le retribuzioni iniziali che non superano i 7 euro l’ora, le condizioni di lavoro insostenibili che violano tutte le normative legate alla sicurezza sul posto di lavoro e la responsabilità civile e penale del ruolo aggravano ulteriormente la situazione, sempre peggio a causa dell’attuale crisi economica. Queste sono le armi utilizzate per attaccare in modo continuo i lavoratori autoferrotranvieri, come dichiarato dal sindacato.
Il governo guidato da Giorgia Meloni è sotto accusa: il suo modo di rispondere alle richieste del settore con odiosi attacchi e danneggiamenti delle ultime difese del campo del lavoro faticoso, prevedendo un’ennesimo innalzamento dell’età pensionabile, è inaccettabile. Inoltre, si ignorano deliberatamente le evidenti necessità di rivedere l’attuale metodo di sostentamento di un settore vitale che anima l’intera nazione e che, attraverso disordinati metodi di privatizzazione, contratti, sub-contratti e sub-deleghe, dissipa miliardi di euro a beneficio di imprese private, capicantiere, consorzi e cooperative. Tali manovre favoriscono l’incremento di sfruttamento e insicurezza lavorativa, imponendo condizioni via via più deprimenti per gli operatori del trasporto su gomma e su rotaia, e offrendo un servizio sempre più deficitario e pericoloso per i cittadini, a dispetto del costantemente citato diritto alla mobilità. “C’è più che mai l’urgenza di scioperare, – hanno ribadito dalla Usb – Dobbiamo bloccare il tentativo del governo di demolire i nostri diritti, dobbiamo lottare per un reddito dignitoso e un lavoro stabile”.