Pier Franco Lionetto, il leader dell’associazione Vivisarpi, richiede controlli più rigorosi per le attività di mercato all’ingrosso, dopo l’incidente mortale che ha coinvolto tre giovani cinesi a Milano. Lionetto, 81 anni, ha assistito alla trasformazione della via Paolo Sarpi, la strada principale della Chinatown milanese, nel corso degli ultimi 30 anni. Lionetto, che si è trasferito in zona nel 1996, ricorda un periodo in cui attività all’ingrosso emergevano in gran parte della zona, causando caos e disordine. Molti negozi di vicinato italiani sono spariti e il Comitato Vivisarpi, fondato nel 1999, ha fatto diverse proposte e proteste. Lionetto sottolinea che il problema non era con la comunità cinese, ma con l’esasperato mercato all’ingrosso, con circa 300 venditori all’ingrosso, rendendo la vita nel quartiere insostenibile. Nonostante si sia risolta la situazione con la zona a traffico limitato nel 2008, è stato solo nel 2011, quando via Sarpi è diventata un’area pedonale, che è avvenuto il vero cambiamento. Ci sono rimasti alcuni grossisti nella zona, ma la maggior parte di essi si è spostata nei quartieri periferici o nell’area metropolitana di Milano. Non tutti i problemi sono risolti, come evidenziato da questioni relative alla gestione dei rifiuti e al decoro urbano, ma Lionetto ritiene che la situazione sia notevolmente migliorata.
L’esposizione di interni dove sono morti tre giovanotti cinesi si individua nella regione Certosa. L’origine del fuoco è ancora da decifrare, così come un’eventuale intenzione criminale, però, suggerisce il capo di Vivisarpi, questa calamità dovrebbe indurre ad intensificare la vigilanza sulle attività commerciali all’aperto in tutta la città. In passato abbiamo sottolineato più volte il rischio di incendi per via dei materiali altamente combustibili stipati al piano inferiore dei depositi, mettendo in pericolo anche chi vive ai livelli sopra. Ci furono diversi incendi nel quartiere in quel periodo, sebbene fossero sempre di portata limitata. Il rispetto delle normative è fondamentale anche in relazione alla residenza: al piano basso del negozio distrutto dal fuoco sono stati scoperti tre giacigli, è probabile che le vittime dormissero all’interno. Questa è un problema ricorrente, purtroppo, che abbiamo denunciato nella nostra epoca, aggiunge il leader del comitato. Secondo alcune indiscrezioni, a quanto pare il proprietario del negozio, Wang, avrebbe ricevuto una richiesta di denaro nelle ore precedenti al fuoco. Molti anni fa si sospettava che ci fosse una banda di giovani cinesi dipendenti dalla droga chiamata shaboo che minacciasse i commercianti cinesi. È impossibile stabilire se ci sia una correlazione con l’incendio in via Cantoni.