Largo all'immaginazione: si parte da una spianata di 200mila metri quadrati
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L’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana che accoglierà il Villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026 è finalmente una lingua di terra marrone: le demolizioni degli edifici sono terminate.
Villaggio Olimpico di Porta Romana: 200mila metri quadrati di spianata desertica
La palazzina ferroviaria su via Ripamonti e tutte le strutture temporanee di Milano Music City sono state demolite. Dall’ingresso di via Lorenzini si può ammirare una grande spianata desertica: ogni mezz’ora si riescono a percepire i rumori dei treni regionali. I binari verranno spostati alcuni metri più indietro per realizzare la “Foresta sospesa“. Si tratta di una sopraelevazione della futura area parco, la quale passerà sopra alle rotaie grazie alla realizzazione di una collinetta con rampe e scale.
Villaggio Olimpico di Porta Romana: il rendering
Il Villaggio olimpico verrà consegnato alla Fondazione Milano Cortina entro il 31 luglio 2025, data entro la quale bisognerà realizzare le sei palazzine che ospiteranno gli alloggi degli atleti. Dopo i Giochi le palazzine verranno trasformate in uno studentato privato: a disposizione 1.400 posti letto per universitari.
Il rendering del progetto prevede che il Villaggio Olimpico si estenda per 45mila metri quadrati, mentre i restanti 155mila daranno spazio al nuovo quartiere della città. Di fronte alla torre della Fondazione Prada, invece, verrà realizzato un parco che separerà l’area olimpica da quella pubblica.
Villaggio Olimpico di Porta Romana: gli esami sul terreno
Ruspe, pietre e travi di legno verranno sostituite da vialetti, alberi e panchine. Gli scavi non sono ancora iniziati: attualmente, nell’area sono in corso gli spostamenti di alcuni sottoservizi e le attività infrastrutturali propedeutiche alle opere del Villaggio. Ancora niente fondamenta degli edifici nè tubi e condutture. Tra giugno e luglio, probabilmente, sarà possibile procedere con gli scavi, a condizione che dai risultati degli esami di laboratorio dell’Arpa sui campioni di terreno non emergano sostanze inquinanti.
L’ingegnere Luca Mangia di Coima, direttore del fondo Porta Romana sottoscritto da Covivio, Prada Holding e dal fondo Coima Esg Impact, chiarisce: “Siamo in linea con i tempi“.
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