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Chinatown, i cambiamenti di via Paolo Sarpi con la pandemia: la resilienza dei ristoratori

Gli esercenti sperano nell'anno della Tigre per una vera e propria ripresa.

Chinatown, com'è cambiata via Paolo Sarpi

Nel cuore di Chinatown sono tornate le lanterne rosse: montate già a fine dicembre, sono un segnale voluto dal Coordinamento delle associazioni cinesi a Milano per unirsi idealmente al capodanno italiano. La festa delle Lanterne verrà celebrata il 15 febbraio, data in cui si concluderanno ufficialmente i festeggiamenti per il passaggio al nuovo anno della Tigre.

I cambiamenti di Chinatown: la resilienza dei ristoratori

A causa della variante Omicron, la comunità cinese dovrà rinunciare alla popolarissima Parata del Dragone per il terzo anno consecutivo. La pandemia ha decisamente cambiato il quartiere di Chinatown. La keyword per sopravvivere? Resilienza. I titolari di due insegne rinomate annunciano: “Quando le regole sanitarie anti-Covid l’hanno permesso, i clienti italiani sono tornati anche se adesso, a causa della nuova variante, stiamo subendo un calo fra il 30 e il 50% e i turisti sono praticamente spariti“.

Il settore della ristorazione, negli ultimi anni, è stato sostenuto economicamente dallo street food. I panini cotti al vapore e ripieni, denominati baozi, sono diventati una tendenza irrinunciabile. Purtroppo, però, tra via Niccolini e Porta Volta, decine di esercizi commerciali sono stati costretti a chiudere o trasferirsi in altre zone per colpa dei mesi di lockdown che hanno ostacolato gli acquisti all’ingrosso o al dettaglio.

I cambiamenti di Chinatown, Francesco Wu: “Speriamo nel 2022 per una vera ripresa”

Il referente per le imprese straniere di Confcommercio e storico portavoce della comunità cinese, Francesco Wu, segnala il declino commerciale di via Bramante, e afferma: “Anche se fra alti e bassi, dal 26 aprile del 2021 i ristoratori e le altre attività non hanno più avuto chiusure imposte dalla pandemia, a dicembre e a gennaio il calo degli affari si è fatto sentire a causa di Omicron, ma i costi di gestione sono rimasti al 100% ed eventuali ammortizzatori sociali sono stati esclusi. Nonostante questo, speriamo nel 2022 per una vera ripresa“.

Quando la comunità cinese scoprì che il paziente 1 era stato ricoverato all’ospedale di Codogno, si impose un auto-lockdowntotale. Fan Zhang, titolare del bistrot e ristorante Chateau Dufan rimembra la primissima chiusura: “Allora fu una scelta condivisa e non arrivò dall’alto, decidemmo così di tutelare chi viveva qui cercando di limitare la diffidenza nei nostri confronti“.

Negli ultimi due anni, i cinesi hanno reinventato, più volte, le loro attività: inaugurate anche tre enoteche specializzate in vini italiani. Dal grande store Kathay spiegano: “Adesso il giro d’affari va abbastanza bene, fortunatamente il crollo del 2020 e del ‘21 comincia ad essere assorbito da una relativa normalità sanitaria che comunque richiede la massima attenzione da parte di tutti per essere preservata”.

I cambiamenti di Chinatown: un segnale di vicinanza

Recentemente, la Comunità cinese ha deciso di fare una donazione a favore della Fondazione “Buzzi”, destinata all’Ospedale dei Bambini. Una nota precisa: “l’intento è di contribuire all’acquisto di macchinari diagnostici di ultima generazione per il nuovo padiglione in costruzione: un segnale concreto per essere vicini alla società in cui viviamo da molti anni”.

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