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Emis Killa e Angelo Duro all’Esselunga di Milano: la protesta contro la capienza ridotta dei teatri

Il comico Angelo Duro aveva già fatto uno spettacolo sull'altare di una chiesa a Roma un paio di settimane fa

Protesta Emis Killa e Angelo Duro

Nella mattinata di lunedì 20 settembre, Angelo Duro ed Emis Killa hanno organizzato una sorta di flash mob all’Esselunga di Lorenteggio.

Angelo Duro-Emis Killa all’Esselunga: l’affermazione del comico

L’attore comico palermitano annuncia “Il mio tour si è interrotto nel febbraio del 2020 e riprenderà nel marzo del 2022. Ma non importa, perché ci sono tanti supermercati, tanti autobus, tante metropolitane dove poter incontrare la gente senza le restrizioni alle quali sono sottoposti i teatri“.

Sembrava volesse essere una battuta, ma i fatti hanno dimostrato tutto il contrario.

Angelo Duro-Emis Killa all’Esselunga: la protesta

L’obiettivo della protesta è inequivocabile: “Ho pensato che nei supermercati per fortuna non limitano la capienza e posso avere il pubblico al 100%. Inoltre, ho risparmiato pure sulla scenografia, avendo alle mie spalle un sacco di cibo a creare l’atmosfera”.

Intorno alle ore 13, i due performer sono entrati nel supermercato milanese e muniti di cassa alimentata a batterie e microfono hanno detto la loro: “Tutti sono rimasti impalati – racconta Angelo- mentre il personale, non sapendo se c’era un’autorizzazione, ha iniziato a riprenderci con i telefoni. Io ed Emis non siamo stati però contenti della reazione dei clienti e abbiamo deciso di spostarci a un McDonald’s di fronte all’Esselunga. Infine, siamo andati a un Lidl. Abbiamo fatto quindi tre spettacoli: siamo un po’ provati“.

Angelo Duro-Emis Killa all’Esselunga: “Auspico che i teatri possano avere lo stesso trattamento dei supermercati o delle chiese”

Il comico evidenzia più volte “Non sono interessato ad apparire come vittima. Anzi, spero di continuare per altri sei mesi a fare un tour di questo tipo: ci saranno altri ospiti”. E conclude “Con questa protesta irriverente e non bacchettona o moralista auspico che i teatri possano avere lo stesso trattamento dei supermercati o delle chiese. Nemmeno raddoppiando le date riusciremmo a compensare le perdite derivanti dal fatto che le capienze sono al 50%”.

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