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Navigli: tutto pronto per l’arrivo del Green Pass

Proprietari e camerieri già vaccinati con la seconda dose. Il Green Pass necessario per restare aperti.

Green Pass Milano

I gestori dei locali stanno adottando soluzioni per organizzarsi al meglio in vista di venerdì 6 agosto, quando il Green Pass entrerà in vigore e sarà necessario per consumare all’interno.

Green Pass Navigli: parla il segretario dell’Epam

I gestori e i dipendenti di bar e ristoranti sull’Alzaia Naviglio Grande sono già in possesso del Qr code, ad eccezione di pochi che faranno a breve la seconda dose. Momentaneamente, la vaccinazione per i dipendenti non è obbligatoria, Carlo Squeri -segretario dell’Epam, associazione dei pubblici esercizi milanesi- chiarisce “Può sembrare una contraddizione ma è così. Il datore di lavoro per ragioni di privacy non può neanche sapere se il dipendente sia vaccinato“. La responsabile della trattoria ‘L’altro Luca e Andrea’ confida “il vaccino rappresenta prima di tutto una tutela per noi, che siamo continuamente a contatto con il pubblico“.

Green Pass Navigli: tra gestori e clienti

Mariagrazia Bruni a giugno 2020 ha deciso di aprire insieme alla sorella il ‘Pit Stop Beere afferma “Siamo vaccinati, anche perché con il personale ridotto al minimo non possiamo permetterci di ammalarci. Siamo noi due e un ragazzo a chiamata, lottiamo per rimanere aperti“. Nessun mistero: la paura che l’introduzione del Green Pass deluda i clienti esiste, e prosegue “Già ora molti sono restii a sedere all’interno e preferiscono stare fuori, il che d’estate va bene, ma in autunno diventerà un problema. Sicuramente il controllo della certificazione rallenterà il lavoro, l’ideale sarebbe avere una persona all’ingresso che si occupi di questo ma ora è impensabile”.

Green Pass Navigli: tanta voglia di rimanere aperti

Squeri, inoltre, aggiunge Le verifiche, e quindi le responsabilità, spettano agli esercenti, avremmo preferito che fossero a carico dei cittadini, magari con un’autocertificazione. Invece si vanno a intaccare modalità di lavoro già rese più complesse dalla pandemia, mi auguro che la verifica possa essere effettuata al tavolo e non all’ingresso per evitare assembramenti. Speriamo che questa misura possa evitarne di peggiori in autunno, sarebbe difficile superare un’altra chiusura”.

Anche i gestori la pensano nello stesso modo:

Monica Congia gestisce ‘l’Asso di Fiori’ con la famiglia, da ben 37 anni e spiega L’obiettivo è rimanere aperti, se per farlo serve il Green Pass ci adeguiamo, anche perché le sanzioni sono pesanti (da 400 e 1.000 euro e fino a 10 giorni di chiusura in caso di reiterazione, ndr). Abbiamo già scaricato l’app VerificaC19 che permette di controllarlo e la useremo prima dell’ingresso nel locale, ma servono chiarimenti”. Si domanda Se un cliente senza certificazione che sta mangiando all’esterno ci chiederà di utilizzare il bagno come dovremo comportarci?”. E conclude “Quando era obbligatorio chiedere ai clienti il numero di telefonodiversi si lamentavano”.

Interviene anche il responsabile di ‘Mas! Milano’ che afferma “alcuni sembravano cadere dalle nuvole quando spiegavo che non potevano sedersi a tavola in otto”.

Dubbi anche per Giampiero Linguanti, titolare dell’osteria ‘Al coniglio Bianco’: “chi mi assicura che le persone mostreranno il loro Green Pass? Chiedere anche un documento d’identità diventa complesso. La verifica del Green Pass sarà solo un’operazione da aggiungere a quelle già previste”.

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