Sono state decine le sanzioni della Digos a coloro che hanno aderito all'iniziativa "Io apro": 90 le persone che ballavano e cantavano in un locale.
Sono stati diversi i locali che a Milano così come in tutta Italia hanno aderito a Io apro, l’iniziativa lanciata dai ristoratori per protesta contro le norme anti contagio che stanno mettendo a dura prova il settore. Tra coloro che hanno deciso di rimanere aperti anche a cena vi è un locale di corso Sempione dove 90 persone hanno continuato a cantare e ballare mentre gli agenti della Digos li identificavano.
Io apro: 90 sanzioni
Si tratta di un ristorante in zona Sempione il cui gestore ha spiegato ai cronisti di Fanpage.it di aver deciso di aprire “per riprenderci la nostra dignità e il nostro lavoro“. A chi le chiede se non veda come una mancanza di rispetto la violazione delle norme, che imponevano la chiusura dei locali alle 18, la ristoratrice ha spiegato che “la mancanza di rispetto ce l’hanno loro visto che ci stanno buttando nel baratro“.
Stessa opinione anche tra le decine di clienti che si sono recati a cena, che ritengono assurdo come si possa andare in metropolitana senza distanziamento e non si possa uscire a cena nel rispetto delle norme anti Covid. “Siamo stufi di essere ostaggi, questo è un segno di protesta“, dicono mentre vengono multati e identificati dalla Polizia.
Milano, ora 🚨
Qui a La Parrilla Mexicana, ristorante in corso Sempione che ha aderito a #ioapro.#IOAPRO1501 #Milano #MiTomorrow pic.twitter.com/ii34IwXMSB
— Mi-Tomorrow (@MiTomorrow) January 15, 2021
Oltre al locale in questione sono stati diversi quelli che hanno aderito alla protesta. Lo chef toscano Glauco Marras della Federazione italiana ristorazione ha inoltre annunciato la volontà di mettere a disposizione gratuitamente degli avvocati per chi si trovasse di fronte a problemi di natura legale, convinto che che i dpcm abbiano dei profili di incostituzionalità. “Ogni giorno cambia tutto, è anche difficile capirci qualcosa, vedrete che presto si arriverà all’esasperazione“, ha affermato.